Il presidente regionale della Comunita’ di Sant’Egidio, Emiliano Abramo, ha ufficializzato stamane a Catania la sua candidatura a sindaco del capoluogo etneo alle elezioni amministrative del prossimo giugno 2018.

“Serve – ha detto – uno scatto generazionale perche’ oggi a Catania e’ necessario che qualcuno faccia non uno bensi’ due passi avanti e abbia il coraggio di prendersi delle responsabilità. Io sono pronto a mettermi a servizio della mia citta’. Me lo hanno chiesto in tanti, a dir la verita’ anche diverse forze politiche, ma ho scelto una candidatura alternativa, di alto profilo civico, e non l’ho fatto da solo perche’ penso sia fondamentale lavorare insieme. Cosi’, con tante donne e tanti uomini stiamo creando un progetto partecipato per Catania mettendo in campo le migliori energie che la citta’ possa offrirci. Lo facciamo perche’ e’ Catania”.

Trentasette anni, ricercatore universitario con una lunga esperienza nel mondo del volontariato, Abramo ha aggiunto: “Mi sono reso conto che spesso si utilizza la politica per meri interessi personali e non come tutela del bene comune. Noi invece cambiamo rotta. Non vogliamo escludere nessuno dai processi decisionali e sociali che riguardano Catania; non vogliamo lasciare nessuno indietro perche’ puntiamo ad un vero cambiamento”.

“Negli ultimi mesi – ha continuato Abramo – in tanti mi hanno chiesto di candidarmi alla Camera dei Deputati ma io ho scelto la mia citta’ perche’ sono nato a Catania, ci vivo e ci lavoro, conosco i problemi di questa citta’ molto bene perche’ negli ultimi vent’anni della mia vita mi sono recato quotidianamente nei quartieri periferici insieme con anziani e giovanissimi, insieme con quei catanesi che non avevano una casa dove dormire”.

“Le nostre periferie – ha concluso – sono zone della citta’ che hanno bisogno di attenzione e che invece sono
state considerate poco dalla politica. Molto poco. Parlo di Librino, San Cristoforo, Nesima, Monte Po, Picanello, Cibali, San Giovanni Galermo per citarne solo alcuni. Vorrei essere per loro un sindaco ‘normale’. Non desidero fare promesse ne’ sviscerare argomenti sterili. Vorrei realmente ascoltare tutti i miei concittadini che per me sono persone e non numeri, e capire quali sono i bisogni reali, cosa desiderano per la citta’ provando ad aiutarli per migliorare la loro e la nostra qualita’ di vita”.