- Stamani le prime squadra di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia e dalla Lombardia
- Task force per contrastare l’emergenza incendi in Sicilia durerà 10 giorni
- Ondate di calore in arrivo e record di interventi dei pompieri
- Coldiretti, per ricostruire boschi fino a 15 anni, 60% dei roghi dolosi
- Fp Cgil, potenziare Vigili Fuoco fino a 40mila unità
Sono giunte stamani in Sicilia le 4 squadre della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, composte da dodici volontari e due funzionari, partite ieri dalla sede di Palmanova in direzione Sicilia, in particolare nella provincia di Catania per fornire un supporto nell’emergenza causata dagli incendi. Sull’Isola ci sono anche quattro mezzi operativi per l’antincendio boschivo; la missione regionale nel suo complesso avrà una durata prevista di dieci giorni. Lo ha comunicato il vicegovernatore con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi: “Agiamo sotto il coordinamento del Dipartimento nazionale, intervenendo a seguito di un appello formulato dalla Regione Siciliana e del suo presidente Musumeci”.
Ondate di calore
E’ stato lo stesso Dipartimento nazionale, come ha spiegato il vice governatore, a decidere di coinvolgere nelle operazioni le regioni del Nord, in considerazione delle previsioni di un’ondata di caldo che persisterà nella parte meridionale del Paese e che si assocerà a un significativo rischio di incendi rendendo necessaria la disponibilità degli organici locali di protezione civile. A seguito dell’emergenza incendi in atto in Sicilia, il Centro Operativo Nazionale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha inoltre disposto che due moduli MO.DOS (Modulo Operativo Direttore Operazioni di Spegnimento) vengano inviati dal Friuli Venezia Giulia. I due moduli, composti da un Direttore Operazioni di Spegnimento e un autista con mezzo fuoristrada, sono partiti dai comandi dei Vigili del fuoco di Gorizia e Udine alla volta di Genova dove si sono imbarcati su un traghetto in partenza per la Sicilia, dove opereranno in supporto ai colleghi già impegnati da alcuni giorni a combattere contro il fuoco.
da Lombardia squadre Protezione civile in Sicilia
Sono 13 gli operatori dell’Antincendio Boschivo della Protezione civile della Lombardia che in queste ore, su richiesta del Dipartimento Nazionale, sono impegnati in Sicilia nelle zone colpite dagli incendi per dare il loro contributo nello spegnimento dei roghi. Ad essi, come spiega una nota della Regione, si aggiungono 3 automezzi inviati sul posto (a completamento su strada ci saranno anche un pulmino 9 posti per trasporto personale e un Pick-up). “Da assessore regionale – ha detto l’assessore al Territorio e Protezione civile, Pietro Foroni – esprimo tutta la solidarietà della Regione agli abitanti delle zone colpite. In queste ore squadre di volontari lombardi sono al lavoro per fornire sostegno e aiutare nelle operazioni di ripristino della messa in sicurezza. Una missione della durata prevista di alcuni giorni”. “In caso di necessità – ha precisato – assicuro che altri volontari sono già pronti per la partenza. I miei ringraziamenti a loro per il lavoro e l’operato svolto”.
257 interventi Vigili del fuoco nelle ultime 24 ore
Nelle ultime 24 ore sono stati 717 gli interventi dei Vigili del Fuoco, 257 dei quali in Sicilia, per contribuire allo spegnimento degli incendi che stanno interessando diverse regioni italiane, mentre dal 15 di giugno, giorno d’inizio della campagna antincendi, sono stati complessivamente 37.407, 16mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
La Sicilia è la regione più colpita, con 8.669 interventi da metà giugno, seguita dalla Puglia, con 8.628, e dalla Calabria, con 3.785. Elicotteri e Canadair della flotta dello Stato hanno invece effettuato complessivamente 1.156 interventi, 49 nelle ultime 24 ore. Al momento i velivoli sono impegnati ad Aidone Dan Bartolo, in provincia di Enna, a Randazzo , in provincia di Catania, a Chieti Rocca San Giovanni, in provincia di Catanzaro, e a Gravina di Puglia, in provincia di Bari. Situazione invece sotto controllo a Pescara per l’incendio che ieri ha colpito la pineta Dannunziana.
Baglieri: “Nessun freno al processo di innovazione ecologica, ma agli speculatori”
«L’ipotesi che una parte dei roghi, che da giovedì scorso ha devastato l’Isola, sia riconducibile al tema del fotovoltaico è attenzionata dal mio assessorato. Il legislatore nazionale, già nel 2000, con la legge 353 “Legge-quadro in materia di incendi boschivi”, ha affrontato il tema, escludendo l’ipotesi di cambio di destinazione d’uso delle zone boschive e dei pascoli i cui soprassuoli siano stati interessati da incendi, per quindici anni. Parimenti, è esclusa la possibilità di prevedere insediamenti produttivi, dunque anche impianti fotovoltaici, per 10 anni dal verificarsi dell’evento. È intenzione del Governo Musumeci tutelare tutti quei terreni attualmente produttivi che arricchiscono la nostra tradizione agricola, ma non solo, e la nostra economia». Lo afferma l’assessore regionale all’Energia Daniela Baglieri.
«Il tema del proliferare di domande per l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie alla realizzazione di impianti fotovoltaici – prosegue l’assessore Baglieri – come anticipato, è attenzionato dai miei uffici. Auspichiamo che, senza ulteriori indugi, venga prontamente concluso l’iter di approvazione del Piano energetico della Sicilia (PEARS) che affronta, insieme a tanti altri, anche questa tematica. Oggi, nell’era della transizione ecologica, il nostro obiettivo non può di certo essere quello di alzare indistintamente barriere impedendo o rallentando l’innovazione verso la frontiera della green economy. Tuttavia, siamo al lavoro per alzare il livello di attenzione ed evitare che imprenditori improvvisati e speculatori economici possano distorcere l’attuale scenario a proprio vantaggio a discapito delle grandi e irripetibili opportunità che oggi vengono date alla Sicilia».
Ieri giornata drammatica
“Ieri abbiamo avuto una giornata drammatica, con più di 50 richieste nazionali che hanno interessato tutto il Centrosud”. Lo ha detto il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, a Morning News, su Canale 5.
Coldiretti, per ricostruire boschi fino a 15 anni, 60% dei roghi dolosi
Il caldo anomalo e la mancanza di pioggia favoriscono nel Centro-Sud il divampare di roghi, dalla Sicilia alla Sardegna, dal Molise alle Marche fino all’Abruzzo con migliaia di ettari di macchia mediterranea, pinete, boschi e ulivi andati a fuoco. Lo rileva un monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che le temperature tropicali e l’assenza di precipitazioni nel Mezzogiorno favoriscono il propagarsi delle fiamme e aiutano i piromani. L’organizzazione agricola – sottolinea- che “per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo”. Coldiretti aggiunge che “nelle aree bruciate saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati”.
L’organizzazione sostiene inoltre che “se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente“. Coldiretti conclude che “l’Italia è un Paese boscoso con più di 1/3 (38%) della superficie totale nazionale coperta da foreste. Quasi 1 bosco su 3 (32%) nella penisola fa parte di aree protette e in poco meno di 30 anni – evidenzia l’organizzazione – sono cresciuti di quasi il 27% passando dai 9 milioni di ettari del 1990 agli attuali 11,4 milioni”. Per incrementare il patrimonio boschivo italiano, la Coldiretti ha elaborato insieme a Federforeste il progetto nel Pnrr di piantare in Italia 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane.
Fp Cgil, potenziare Vigili Fuoco fino a 40mila unità
“Incendi che devastano il territorio, dalla Sardegna alla Puglia, dalla Sicilia all’Abruzzo, ferito soltanto pochi giorni fa dal mal tempo e dalle forti piogge, con il carico di frane e di allagamenti. Per i Vigili del Fuoco sono stati, sono e saranno giorni di lavoro intenso. È ora di potenziare il soccorso: serve arrivare a 40 mila unità operative”. Ad affermarlo è il coordinatore nazionale della Funzione Pubblica dei Vigili del Fuoco, Mauro Giulianella.
La dotazione organica reale del corpo dei Vigili del Fuoco, precisa il dirigente sindacale, “è attualmente di circa 35mila unità, le assunzioni non coprono neanche i pensionamenti e il personale è chiamato al raddoppio dei turni, al prolungamento di orario e agli straordinari. Questo continuo correre ai ripari non permette agli uomini e alle donne del Corpo di fare formazione e aggiornamento. Come se non bastasse l’Amministrazione con il prossimo rinnovo del contratto pensa di istituire la reperibilità del personale: una follia. Anziché assumere si spinge sui carichi di lavoro aumentando l’orario”. Ci sono lavori, aggiunge Giulianella, “che possiamo fare solo noi Vigili del Fuoco, professionisti del soccorso. Solo noi possiamo dare certezze in termini di tutele e salvaguardia della vita ai cittadini. La Fp Cgil lo dice da sempre: i Vigili del Fuoco sono insostituibili. Ma siamo sempre gli stessi: pochi, con scarsi Dpi e con automezzi storici e personale anziano (47 anni l’età media), senza una assicurazione Inail contro infortuni e malattie professionali. La politica deve capire che senza previsione e prevenzione dei rischi in ogni ambito del soccorso, a pagarne le spese sarà sempre e solo la collettività. Contratto, assunzioni, Inail e previdenza complementare saranno le nostre continue richieste al governo”, conclude.
Interrogazione al governo Draghi: “Contro i piromani potenziare presenza carabinieri forestali”
“Più uomini e più risorse in Sicilia attraverso una maggiore presenza dei carabinieri per la tutela forestale, per rafforzare le attività di polizia giudiziaria volte ad individuare e reprimere i reati dolosi e la natura colposa degli incendi”.
È questo il cuore di un’interrogazione di alcuni deputati 5 stelle alla Camera, a prima firma del presidente della commissione Difesa di Montecitorio, Gianluca Rizzo, diretta ai ministri della Difesa, delle Politiche agricole alimentari e forestali, della Giustizia e della Transizione ecologica.
“Di fronte allo scempio perpetrato negli anni con provvedimenti regionali inadeguati -afferma Rizzo – serve un’azione decisa del Governo per arginare la distruzione del patrimonio boschivo siciliano. L’atto parlamentare da me presentato sarà seguito da un risoluzione in commissione Difesa da parte del gruppo del Movimento5Stelle. Inoltre è allo studio un provvedimento da inserire in legge di bilancio”.
Ai ministri interpellati Rizzo e i deputati 5 stelle chiedono di potenziare le attività investigative utili al perseguimento dei reati ambientali, rafforzando il contrasto alle attività illecite e criminali afferenti ai medesimi reati ambientali con una maggiore presenza di carabinieri forestali.
“In Sicilia – afferma Rizzo – i Nuclei investigativi di polizia ambientale agroalimentare e forestale si occupano anche di seguire le indagini di polizia giudiziaria per perseguire i reati ambientali, tra cui gli incendi boschivi, sia di iniziativa che su delega della magistratura. Il solo Centro anticrimine natura dei carabinieri di Palermo nel 2020 ha effettuato circa 1400 controlli nei confronti di persone e veicoli, fatto quasi 200 denunce per varie violazioni ambientali, 5 arresti e diversi sequestri, riscontrando e sanzionando numerosissimi illeciti amministrativi. È pertanto fisiologico che una maggiore presenza sul territorio regionale siciliano di capacità investigative proprie dei carabinieri forestali potrebbe determinare maggiore efficacia nel perseguimento dei reati collegabili alla distruzione del territorio boschivo siciliano per atti dolosi”.
Commenta con Facebook