Come non bastasse l’allerta meteo, addirittura rossa nella Sicilia orientale, anche l’Etna ha deciso di farsi sentire. Il vulcano è in eruzione, con forti boati scuotono il versante sud-ovest, cenere lavica che ricopre Catania e Adrano, con boati che si avvertono fino a Biancavilla.

Aeroporto chiuso fino a domani

La società di gestione dell’aeroporto di Catania, la SAC, ha comunicato che l’aeroporto sarà chiuso fino a domani alle 9 “a causa dell’attività eruttiva dell’Etna e contestuale ricaduta di cenere vulcanica sulle pavimentazioni aeroportuali, le operazioni di volo sono sospese sino a ripristino delle regolate condizioni di sicurezza. Per info sui voli dirottati o cancellati si prega di rivolgersi alle compagnie aeree o verificare la situazione in tempo reale sul sito dell’aeroporto www.aeroporto.catania.it”. Già quattro voli sono stati dirottati a Palermo, altri sono stati cancellati.

Il monitoraggio degli esperti

Gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, osservatorio etneo, di Catania spiegano che “persiste la copertura nuvolosa nella zona sommitale del vulcano, quindi non è possibile effettuare osservazioni vulcanologiche tramite la rete di videosorveglianza”, ma che «a partire dalla 7,20 il tremore vulcanico, già al livello alto, registra un repentino aumento dei valori». Al momento si registra un forte calo del segnale.

Il dipartimento regionale della protezione civile ha diramato un’allerta arancione. L’Ingv ha quindi comunicato lo stato attuale del vulcano in F2, altissima probabilità di accadimento imminente o in corso di fontane di lava. “Si invitano i sindaci dei comuni delle aree sommitali etnee e gli altri enti – si legge nella nota della protezione civile – all’attivazione delle misure previste dalle suddette procedure, nella fase dichiarata, e, in particolare: procedere alle interdizioni previste, mantenersi informati, valutare attivazione Coc, proprie strutture e volontariato nonché attivare le misure previste nel piano comunale di protezione civile”.

La polemica sull’allerta rossa

L’allerta rossa sull’Etna segnalata tempestivamente dal Dipartimento regionale di Protezione civile, nella giornata di giovedì, a causa “dell’altissima probabilità di accadimento imminente o in corso di fontane di lava”, ha imposto uno sconvolgimento dell’attività degli operatori turistici presenti sull’Etna.

Un’allerta, però, seguita ieri da un evidente ridimensionamento della situazione, stando alla segnalazione dell’INGV, che indica la fine dello sciame sismico e “il passaggio di allerta a livello giallo, cioè attività eruttiva di bassa-media intensità”. Un passaggio così repentino e sbrigativo da portare con sé conseguenze disastrose per gli operatori turistici dal punto di vista economico e dell’immagine.

“Molto rumore per nulla”

“Molto rumore per nulla avrebbe detto Shakespeare, però con conseguenze disastrose in termini economici e di tutela del brand Etna, visto anche il panico scatenato tra i turisti costretti all’evacuazione di giovedì pomeriggio – afferma il Dottor Francesco Russo Morosoli, patron di funivia dell’Etna – Il divieto di escursioni oltre i 2000 metri, poi prontamente revocato, è una chiara contraddizione. Sulle Alpi e sulle Dolomiti nessuno si sognerebbe di chiudere le attività economiche e interdire l’accesso alla montagna”.

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