Si fa chiamare Tony e sui social è con questo nomignolo che posta. Antonino Sciuto, lo stalker di Vanezza Zappalà ricercato dai Carabinieri perché ritenuto l’assassino della ragazza, già nel 2017 era molto attivo proprio sui social.

I Carabinieri non nutrono dubbi sul fatto che sia stato lui, la scorsa notte alle tre, ad impugnare una pistola e sparare uccidendo la sua ex fidanzata e ferendo, sia pure di striscio, una amica con la quale stava passeggiando. Colpi sparati in piazza all’indirizzo della comitiva di Vanessa.

La denuncia, l’arresto, la scarcerazione e il divieto di avvicinamento

Una storia travagliata visto che Vanessa lo aveva già denunciato e Sciuto era stato arrestato per stalking e posto ai domiciliari. Scarcerato dal Gip, nei suoi confronti era stato emesso un ordine di divieto di avvicinamento alla ragazza. Un divieto che non è servito a nulla.

Ecco cosa scriveva quattro anni fa sui social

Alla luce di tutto questo fa impressione riguardare il profilo social del ricercato. Risale al 2017 un posti nel quale un ragazzo con la scritta ‘I love you’ sulla schiena punta una pistola alla testa di una ragazza. Un post provocatorio che colpisce alla luce dei fatti delle ultime ore anche se non sembra che fra le due cose possa esserci attinenza diretta

Ma sono diversi i post di Sciuto che lasciano perplessi. Frasi come “I migliori inizia capitano dopo i peggiori finali” oppure “Non dimentico nulla, aspetto solo il momento giusto” frase tratta da un noto film, ‘Scarface’ con di Al Pacino.

Caccia all’uomo

Adesso Sciuto è introvabile e i Carabinieri hanno chiesto aiuto anche alla popolazione diffondendo due fotografie che lo ritraggono con una folta barba o quasi senza e chiedono a chi dovesse vederlo di segnalarne la presenza alle forze dell’ordine.

Nessun dubbio per i Carabinieri

I militari, come  conferma il colonnello Piercarmine Sica, comandante del Reparto Operativo Provinciale dei Carabinieri di Catania, non nutrono dubbi sulle responsabilità di Sciuto identificato chiaramente dai testimoni e già noto ai militari della stazione locale che lo avevano arrestato proprio su denuncia della giovane vittima

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