Forte preoccupazione per le sorti dei lavoratore della  (gruppo Pfizer) di Catania. A lanciare il grido d’allarme sono le segreterie provinciali di Filctem CGIL, Femca CISL e Uiltec UIL .
Da più di un anno e mezzo, infatti, il reparto di produzione pennicillinico, considerato di punta in termini di potenzialità produttive, non rilascia prodotti sebbene i lavoratori prestino regolarmente servizio.
Sono inoltre lungi dall’essere superate le condizioni che hanno determinato il rilascio di una  “Warning letter” (un avviso ufficiale) da parte dell’organismo di controllo federale americano FDA, per segnalare il mancato approvvigionamento dei prodotti fatti a Catania, all’interno del mercato USA.
“Recenti dichiarazioni dell’ amministratore delegato Giuseppe Campobasso fatte in Confindustria con i segretari di categoria e confederali, hanno messo in evidenza il fatto che i volumi di Tazocin (il farmaco più importante prodotto dal sito di Catania), si ridurranno significativamente anche nei mercati diversi da quello americano, per il quale attualmente sono bloccate le produzioni e attualmente vengono richieste forme farmaceutiche non producibili a Catania“, scrivono Giuseppe D’Aquila (segretario generale della Filctem CGIL Sicilia), Giovanni Romeo (segretario della Filctem CGIL di Catania), Alfio Avellino (segretario della Uiltec UIL dei Catania) e Giuseppe Coco (segretario della Femca CISL di Catania).
Il reparto di produzione di farmaci non pennicillinici si ritrova a vivere situazioni complesse con forti rischi, così come affermato dallo stesso Ad, di trasferimenti tecnologici e produttivi presso altri stabilimenti. La situazione dello stabilimento di Catania è aggravata dal fatto che, nella pratica, è in atto un commissariamento da parte della casa madre americana: la presenza di consulenti, dirigenti, legali e ispettori venuti da oltre oceano, creano un clima di tensione tra i lavoratori.
Per le segreterie provinciali, “tutto ciò si traduce nel non rispetto delle regole contrattuali del nostro Paese, rendendo il clima aziendale ancora più pesante. Un esempio è la richiesta reiterata e continua delle prestazioni straordinarie al reparto non penicillinico per mancanza di una inadeguata organizzazione del lavoro”.
“Tutti questi elementi, purtroppo, – continua la nota dei sindacati – sono una chiara dimostrazione del fatto che il giudizio delle organizzazioni sindacali si basa su elementi concreti ed invece di assistenza al raggiungimento di soluzioni in grado di sostenere lo sviluppo, l’occupazione e la valorizzazione delle eccellenze, si assiste al consolidamento di scenari preoccupanti e pericolosi.La forte riduzione dei volumi produttivi, l’attuale mancanza di rilascio del farmaco di punta, il commissariamento di fatto dello stabilimento sono un disimpegno da parte della compagnia, dal nostro territorio”.
Prosegue la nota: “Appare grave, inoltre, che il management aziendale, sebbene caratterizzato da un continuo e costante tourn-over non riesce a governare e ad incidere minimamente sui processi in atto. Ciò non è sostenibile dal nostro territorio e non accetteremo passivamente che in stanze lontane ubicate dalla parte opposta dell’Oceano, si possa determinare la devastazione produttiva ed uno sterminio occupazionale nel nostro territorio”.
“Lo scenario – concludono i segretari – attuale rivela che l’analisi fatta dalle organizzazioni sindacali non solo era drammaticamente e lucidamente vera, ma anche che il processo di disimpegno in atto già da più di un lustro, stia subendo una drastica accelerazione. Per questo motivo utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per impedire la cancellazione della principale eccellenza del settore delle tecnologie farmaceutiche della nostra regione e per tutelare l’occupazione e lo sviluppo. Di conseguenza facciamo un forte appello alle istituzioni  a tutti i livelli perché lo stabilimento della Wyeth-Pfizer di Catania è patrimonio di tutti: della città di Catania, della Sicilia e di tutto il nostro Paese. Chiederemo  un incontro al sindaco Bianco che già in passato ha contribuito alla salvezza dello stabilimento.”