“I mancati investimenti sull’aeroporto di Catania e le contese causate da altri interessi che lo investono giornalmente, sono una pericolosa accoppiata per il futuro dei lavoratori e della più importante infrastruttura siciliana di trasporto pubblico, quarto scalo in Italia per numero di passeggeri”. Lo affermano in una nota congiunta i segretari regionali e provinciali di Cgil e Filt Cgil, Alfio Mannino e Franco Spanò, che si dicono “fortemente preoccupati per il destino a breve termine dello scalo“.

“Aeroporto rischia di implodere”

“Ad eccezione del lancio del nuovo terminal C e del parcheggio iniziato nel 2014 il cui finanziamento è dipeso dalla vecchia dirigenza della Sac – aggiungono – nulla di nuovo è stato fatto a sostegno dell’Aeroporto e dei suoi lavoratori. E non esiste un progetto per rilanciarlo, cosa di certo più grave tra tutte”.

“Molte strutture dello scalo – osservano i sindacalisti – sono già insufficienti e fatiscenti, come la sala bagagli troppo piccola, soprattutto a pieno carico, e potenzialmente pericolosa per la sicurezza. Appare eccessiva anche la contemporanea presenza di tre handler che concorrono ad oberare l’area.

Dopo avere impiegato tre anni per comprendere se fosse più opportuno abbattere o ristrutturare la vecchia aerostazione Morandi, la governance aziendale si trova nelle condizioni di non avere determinato alcun progetto in tal senso. Fatto assai grave – sottolineano – anche in prossimità della prossima stagione estiva dove se i dati di traffico dovessero essere confermati, l’aeroporto in assenza di infrastrutture adeguate rischia di implodere”.

Limiti imposti anche dalla pandemia

“Paradossalmente tutto questo sarebbe già avvenuto nel 2020 se non fossero intervenuti gli sfortunati limiti imposti dalla pandemia. Nulla sappiamo se esistano investimenti che consentano l’allungamento della pista, avendo l’opportunità di utilizzare 235 milioni di euro previsti nel Pnrr, disponibili per l’interramento delle ferrovie“.

Sindacati, “Certi silenzi non fanno ben sperare”

“Certi silenzi – concludono Cgil e Filt Cgil – non fanno ben sperare, così come troviamo incredibile che l’amministratore delegato della Sac, Nico Torrisi, nel contempo anche vice presidente nazionale di Assaeroporti, non solo non sottoscrivi l’accordo sulla sostenibilità di Tolosa ma neppure applichi l’omonimo contratto ai 500 lavoratori catanesi della Sac Service società controllata al 100% dal gestore, che si ritrovano in condizione di “operatori di serie B” rispetto ai loro colleghi aeroportuali”

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