A dieci mesi dallo sgombero dello stabile di via Furnari a Catania, gli attivisti del Comitato Casa X Tutti tornano sulla questione con una manifestazione organizzata stamani davanti l’immobile che venne sgomberato dal Comune.
Il 16 febbraio 2016, a seguito di un’ordinanza venne fatto sgomberare d’urgenza l’edificio occupato da decine di famiglie e all’epoca dei fatti una nota di Palazzo degli Elefanti spiegò che si trattava di una misura necessaria
Oggi il comitato ha denuncia la gestione del caso ipotizzando sprechi di risorse e “mancanza di qualsiasi tipo di progettualità da parte dell’amministrazione”.
“Ci chiediamo – si legge in una nota – come, se la prima ordinanza di sgombero dell’edificio consegnata ai residenti risale al luglio 2014, non si sia riusciti a progettare un piano dettagliato in merito a sgombero, collocazione dei nuclei e demolizione del palazzo. Perché nessuna proposta o alternativa è stata fatta ai nuclei familiari dall’estate del 2014 al febbraio del 2016? Perché l’operazione di sgombero è avvenuta in maniera coatta e ha visto un livello di militarizzazione e un impiego di forze spropositate e volte più a intimorire che a garantire la riuscita dell’operazione?”
Nel documento si critica soprattutto la gestione economica e si forniscono delle spese che sarebbero state sostenute dal Comune di Catania relative a B&B, pasti ed i costi per lo sgombero e la chiusura.
Nel dettaglio, il comunicato di Casa X Tutti scrive, specificando che si tratta di atti ufficiali, riscontrabili sul sito del Comune di Catania, in amministrazione trasparente : “104.204 € per i B&B; già erogati, Ultima erogazione 19 ottobre; circa 50.000 € per i pasti, non tutti erogati, già erogati in ottobre circa 15.000 €; Circa 10.000 € per sgombero e chiusura, già erogati”.
“Quale risultato si sarebbe potuto ottenere impiegando la stessa cifra spesa? Si sarebbero potuti garantire degli alloggi popolari o delle situazioni non precarie?” si chiedono gli attivisti che muovono critiche alla gestione sociale della vicenda.
“Perché – si legge ancora – i servizi sociali non avevano predisposto nessun piano di accompagnamento dei nuclei post sgombero? Perché solo diverse proteste, e addirittura occupazioni della sede di via Dusmet, hanno consentito alle famiglie di ottenere il mantenimento nei B&B e non essere buttati per strada senza alcuna alternativa? Come possono i servizi sociali non intervenire verso il Comune nel momento in cui alcune famiglie sono state trasferite in monolocali non abitabili e con condizioni igieniche non a norma?”
Secondo Comitato Casa X Tutti “soltanto 1 nucleo su 14 è riuscito ad ottenere l’alloggio popolare. Soltanto 3 su 14 nuclei sono riusciti a usufruire del Buono Casa (tra l’altro al momento non più erogato)”.
“Conclusa l’estate – conclude la nota – gli ultimi 4 nuclei rimasti in B&B sono stati spostati in 4 bassi di proprietà dello Iacp, dichiarati inizialmente dallo stesso direttore Punturo non catalogati come “abitabili”. Uno di questi non avendo acqua corrente e avendo grossi problemi di infestazione non permette nemmeno il soggiorno”.
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