Tre presunti scafisti sono stati arrestati su ordine della Procura distrettuale della Repubblica di Catania in seguito allo sbarco avvenuto lo scorso 31 agosto nel porto Catanese. A finire in manette, in seguito ai riscontri fatti nel corso delle indagini dalla polizia, i tre egiziani Ehab Antar Mohamad Darwish, 20 anni, Samir Farag Hamdoudi Asaqua, 32 anni, Alhaj Mostafa, 20 anni. Per loro l’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Lo sbarco del 31 agosto

Le indagini hanno riguardato lo sbarco del 31 agosto scorso al porto di Catania quando arrivarono 285 migranti, orientali di nazionalità prevalentemente egiziana, che erano stati soccorsi la sera precedente a circa 15 miglia dalle coste antistanti Bovalino, a Reggio Calabria, dalla nave “Cinus” della guardia di finanza e da un pattugliatore di Frontex. Sono stati trovati su un peschereccio lasciato andare alla deriva, stipati  insieme ad altri, per complessivi 500 migranti, parte dei quali successivamente fatti sbarcare al porto di Messina.

I testimoni

Le indagini avviate hanno consentito di individuare i tre egiziani quali presunti responsabili del governo dell’imbarcazione in legno e ferro, a bordo della quale erano stati stipati, su tre distinti livelli, 500 migranti di varie nazionalità, fra cui anche  siriani e pakistani. Dalle dichiarazioni rese da alcuni testimoni è stato possibile ricostruire i ruoli ricoperti da ciascuno dei soggetti fermati. Asacqua avrebbe rivestito la figura di comandante del peschereccio e utilizzato un grosso coltello …“che brandiva ogni qualvolta controllava noi migranti e mantenere l’ordine”. Darwish aveva il compito alla sorveglianza dei migranti sul peschereccio, durante la fase di navigazione. Mostafa invece era il sorvegliante e motorista.

Gli approfondimenti

Andando a scavare sul conto del comandante, è risultato che Asaqua era stato già coinvolto in precedenza in un altro caso simile, al punto da poter essere qualificato come esperto nel favorire l’immigrazione clandestina, essendo stato il 15 giugno del 2014 fermato dalla polizia di Reggio Calabria in quanto  ritenuto responsabile, insieme ad altri soggetti non identificati, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per avere  condotto un peschereccio proveniente dall’Egitto con a bordo 283 cittadini extracomunitari, poi lasciato andare alla deriva.

Il business

Dalle dichiarazioni rese dai migranti è emerso che la somma pretesa dai trafficanti per l’ammissione alla traversata via mare è stata in media di 5 mila euro. Il viaggio dei migranti a bordo del peschereccio era durato 4 giorni e durante la traversata si era fatto ricorso alla violenza contro i migranti, distribuendo cibo ed acqua in misura ridotta. “Veniva somministrato un solo pasto al giorno che consisteva in della marmellata, del pane e dell’acqua e per qualsiasi richiesta ci picchiavano con dei bastoni”. I tre egiziani sono stati rinchiusi tra le carceri di Catania ed Enna.

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