Prima era solo un gossip che andava preso come tale, poi si è trasformato in un rumors che volava di bocca in bocca da un capo all’altro della Sicilia, da oggi è un’indiscrezione che assume i toni meglio delineati di una notizia.
La cena fra Angelino Alfano e Gianfranco Miccichè irrompe sullo scenario della politica siciliana, ma lascia sorpresi solo gli osservatori meno attenti. Perché qualche sussurro che non ha fatto in tempo a divenire boatos c’era già stato qualche settimana fa e si sarebbe esteso anche (e soprattutto) all’area di centrosinistra. Insomma meno di un bozzetto di quel partito della nazione di cui si parla da mesi per fronteggiare l’avanzata 5Stelle.
Nel centrodestra c’è chi come Marco Falcone (capogruppo di Forza Italia all’Ars) si dice ‘contento’ per l’incontro fra Alfano e Miccichè, ricordando anche quegli appelli in giudicavano ‘innaturale’ il posizionamento di Ncd nella coalizione di centrosinistra.
Falcone, però, precisa subito che si tratta ‘solo di un primissimo passo in un dialogo che è ancora molto, molto, molto lungo’ e che prevede dei passaggi obbligati.
“Innanzitutto da parte di Ncd serve una presa di posizione chiara contro il governo Crocetta, del resto era il mandato che gli elettori gli avevano conferito – spiega il capogruppo di Forza Italia all’Ars – e poi Alfano deve rompere con la fallimentare esperienza Renzi”.
Quanto al possibile impiego di Alfano come candidato presidente in Sicilia per il centrodestra, Falcone pur esaltando l’azione di ricompattamento condotta da Miccichè, frena: “E’ molto prematuro. Noi stiamo ragionando già su figure importanti come Nello Musumeci (che di fatto è già in campo ndr) o Salvo Pogliese, ma se Alfano dovesse rompere con il centrosinistra ed invertire la posizione sul referendum costituzionale, allora potrà entrare nel novero di un dibattito. Ma ripeto è ancora prematuro”.
Intanto, proprio in vista delle scadenze prossime elettorali e dopo i risultati rigeneranti degli ultimi ballottaggi, il centrodestra siciliano studia delle strategie: “Nei prossimi giorni – conclude Falcone – istituiremo un tavolo politico comune a tutto il centrodestra per la Regione e per le grandi città a partire da Palermo”.
Se ci sarà o meno Ncd è ancora da vedersi anche perché in tutta Italia il partito di Alfano si sta interrogando sul proprio futuro. In alcuni territori c’è una forte propensione a tornare nel centrodestra, è il caso della Lombardia dove Maurizio Lupi spinge per riformulare il modello di coalizione che ha sostenuto Stefano Parisi a Milano.
Diversa la posizione del Lazio in cui Beatrice Lorenzin avrebbe espresso la volontà di proseguire nell’alveo del centrosinistra. Una situazione analoga si sarebbe registrata in Sicilia, almeno fino a poco prima dell’incontro fra Alfano e Miccichè.
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