Ancora tutto fermo per 177 migranti arrivati ieri a tarda sera nel porto di Catania a bordo della nave Diciotti della guardia costiera.

Sull’imbarcazione sono salite polizia e guardia costiera, ma lo sbarco dei naufraghi è ancora fermo.

Nessun profugo, ribadiscono più fonti, lascerà il pattugliatore della Guardia Costiera in attesa della ripartizione tra i Paesi del’Unione europea dei migranti soccorsi.

A bordo ci sarebbero diversi minorenni e 28 di questi, secondo Save the Children, sarebbero non accompagnati. Sul molo di levante è presente solo personale della guardia costiera, della polizia di Stato, della guardia di finanza e dei carabinieri, nessun volontario o appartenenti alla Protezione civile per l’assistenza allo sbarco.

Si tratta di un passo avanti, ma non è ancora arrivata a concludersi, dopo le sollecitazioni rivolte ieri dalla Farnesina a Bruxelles, l’odissea della Diciotti, dopo cinque giorni passati nell’incertezza della destinazione – a fare avanti e indietro in rada a Lampedusa, con il suo carico umano di 177 migranti tratti in salvo il 16 agosto. Malta si è rifiutata di accoglierli, e l’Italia di farli sbarcare in mancanza di un accordo Ue sulla ripartizione dei profughi. Un tasto, questo, sul quale il ministro Salvini non molla, se l’Europa non darà garanzie granitiche.

Dopo il lavorio diplomatico del ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi che ieri sera ha scritto alla Commissione Ue chiedendole di risolvere il problema suddividendo i migranti tra i paesi ‘volenterosi’, finalmente il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, nel pomeriggio ha potuto twittare: “Diciotti attraccherà a Catania. I valorosi uomini della guardia costiera hanno compiuto il proprio dovere salvando vite umane ad appena 17 miglia da Lampedusa. Ora l’Europa faccia in fretta la propria parte”.

Dall’annuncio non passa nemmeno mezz’ora, ed ecco che il Viminale spiega che fino a quando non ci sarà la certezza dell’accordo, il ministro della Lega non darà “alcuna autorizzazione allo sbarco”: Salvini, anzi, è pronto a rimandare i migranti “nei porti di partenza”.

Posizioni che sono state lette come un contrasto fra i due ministri, ma in serata da fonti del Mit è stato precisato che non c’è stato alcuno “scontro” tra i due ministri, che anzi “condividono l’approccio complessivo sull’emergenza immigrazione”. Le stesse fonti precisano che “il Mit, in ragione delle proprie prerogative, conduce all’attracco in porto la Diciotti. Tutto ciò che succede dopo, relativamente allo sbarco, è competenza del Ministero dell’Interno che sta opportunamente chiedendo all’Europa di assumersi le proprie responsabilità”.

Tove Ernst, portavoce della Commissione Ue per la Migrazione, ha evitato repliche schermandosi dietro un “non commentiamo scenari ipotetici” e premettendo che si lavora “per trovare una soluzione, la più rapida possibile: siamo stati contattati dalle autorità italiane e stiamo contattando gli Stati membri”.

“Voglio capire – ha poi aggiunto Salvini motivando i ‘paletti’ allo sbarco – se le accuse a Malta, formulate dagli immigrati arrivati l’altro giorno a Lampedusa, sono vere oppure no. In caso positivo, saremmo davanti all’ennesima prova dell’inesistenza dell’Europa, dove troppi paesi fanno i furbi a danno dell’Italia”. Agli investigatori della polizia giudiziaria alcuni dei profughi fatti sbarcare a Lampedusa per problemi di salute, avrebbero dichiarato di essere stati “abbandonati” dai maltesi che inizialmente li avevano soccorsi. Della vicenda si occupa la Procura di Agrigento che ha aperto un’inchiesta per identificare gli scafisti e accertare le condizioni dei 177 immigrati a bordo della motonave Diciotti.

Sullo ‘status’ dei profughi, c’è polemica ed è intervenuto Mauro Palma, il Garante dei diritti delle persone detenute e private della libertà, che ha informato le alte cariche dello Stato sugli aspetti “di rilevanza umanitaria” dei migranti “in permanenza forzata” sulla Diciotti. Al presidente della Repubblica si era appellato anche Salvatore Martello, il sindaco di Lampedusa. “Siamo di fronte all’ennesima situazione di stallo, dove a pagare sono sempre i più vulnerabili, soprattutto i bambini, e che viola qualsiasi convenzione sui diritti umani”, ha denunciato Ida Di Benedetto, portavoce di Save The Children.

Associazioni e movimenti civili, intanto, chiedono che venga effettuato lo sbarco: «Catania è città di solidarietà e accoglienza e vogliamo che il nostro porto sia immediatamente aperto e che le autorità lascino sbarcare le persone dalla nave Diciotti. Nessuna donna e nessun uomo è illegale.

Restiamo umani» scrivono in una nota. «Da molti giorni – aggiungono – donne, bambini e uomini, fuggiti dalla miseria, dalla guerra e dai lager libici dove hanno subito le violenze dei trafficanti di esseri umani, si trovano sulla nave della Guardia Costiera italiana Diciotti. È inaccettabile la scelta del Governo italiano, e in particolare del ministro dell’Interno Matteo Salvini, di impedire lo sbarco nel territorio italiano di persone stremate e in precarie condizioni di salute. Nessun obiettivo politico del Governo – conclude la nota – può giustificare l’utilizzo di centinaia di vite umane come arma di ricatto, considerate carne da macello, non vite e speranze, ma numeri da distribuire o respingere».

L’appello è firmato da: Lila, Femministorie, I Siciliani giovani, Orione, Welcome to Europe, COPE, Restiamo Umani, Rete Antirazzista catanese, Cobas, Catania Bene Comune, Comitato No Muos-No Sigonella, La città felice, Ragna-tela, Sunia Catania, Emergency gruppo territoriale di Catania.

AGGIORNAMENTO

Sul caso della nave Diciotti, “i contatti con gli Stati membri sono ancora in corso, siamo al lavoro per trovare una soluzione al più presto”. Così una portavoce della Commissione Ue per la Migrazione.