Trentacinque lavoratori in “nero” e altre nove “irregolari” sono stati scoperti da militari della compagnia della guardia di finanza di Paternò. Sono venuti fuori nel corso di otto controlli eseguiti a Belpasso, Paternò, Bronte, Santa Maria di Licodia e Biancavilla, nel Catanese. I finanzieri hanno accertato che numerosi lavoratori degli esercizi commerciali, e non solo, erano retribuiti in contanti, in contrasto con la norma che prevede la tracciabilità delle retribuzioni di chi è impiegato.

Le violazioni quanto pesano in sanzioni

Per le violazioni riscontrate i militari della guardia di finanza hanno applicato sanzioni per 270.500 euro. Contestata l’indebita percezione da parte di tre lavoratori ‘in nero’ del beneficio del reddito di cittadinanza. Nei confronti di tutte e otto le attività controllate, operanti nel settore del commercio all’ingrosso, in quello agricolo e in quello della ristorazione, è stata avanzata all’ispettorato territoriale del lavoro di Catania la proposta della sospensione dell’attività imprenditoriale. Questo perché avevano superato la soglia del 10% del personale presente sui luoghi di lavoro. E quindi non avevano fatto le preventive comunicazioni di instaurazione dei relativi rapporti d’impiego.

Gli altri controlli nel palermitano

Proprio in questi giorni sono stati resi noti altri dati riguardo al lavoro nero nel palermitano. Quattro lavoratori “in nero”, 93 irregolari, uno percepiva il reddito di cittadinanza. Tutto questo in appena 38 imprese controllate a cui sono state complessivamente elevate sanzioni per 278.333 euro. Numeri impressionanti che sono venuti fuori dalle attività di verifica su Palermo e provincia da parte dei carabinieri del nucleo operativo del gruppo tutela lavoro. Ispezioni che riguardano solo l’ultimo mese nei cantieri edili, sia pubblici che privati. Accertate, inoltre, diverse violazioni sulla sicurezza, l’igiene e la salute sui luoghi di lavoro.

Le violazioni più gravi

Tra le violazioni più gravi sul fronte della sicurezza la mancata protezione delle pareti del fronte di attacco degli scavi o ponteggi metallici non conformi. Anche la mancanza di parapetti e il pericolo della viabilità in cantiere da parte dei lavoratori. Figurano oltretutto le inesatte procedure di lavoro con quanto stabilito dal coordinatore della sicurezza, la mancata formazione dei lavoratori, la mancata messa a terra di grosse masse metalliche.

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