“L’eros è la forza del pensiero, ha un potere immenso, che può fare qualunque cosa”. Un viaggio tra immaginazione e realismo, che troverà la sua massima espressione nella mostra “Touch your nose, pull your tongue out” di Sophie Nicole Culière, in scena il 3 luglio alle 21:30, all’interno dello storico cinema Sarah di Catania. Si tratta di una sensuale opera audiovisiva, dagli intensi tratti emotivi, che aprirà ufficialmente la rassegna degli eventi WonderTime, che fino al prossimo 27 luglio regalerà a Catania “un sogno che lascia il segno”.
Al centro del racconto dell’artista francese, “Chatroulette” un sito web in cui gli utenti vengono accoppiati casualmente attraverso una videochat. Una raccolta di elementi sonori, visivi e didascalici che costituiscono un autoritratto frammentato e digitale, per ricercare i modi in cui gli individui si presentano e interagiscono negli spazi virtuali. Scambi voyeuristici, per esplorare i ruoli di genere e le forme di potere che rispecchiano le dinamiche sociali della “vita reale”.
Interagendo con utenti prevalentemente maschili, l’artista ha documentato il tipo di linguaggio che la piattaforma incoraggia: dalle biografie degli utenti alle battute di conversazione, dalle parole abbreviate alle poesie scambiate nelle chat. Questa raccolta è stata successivamente revisionata per comporre un unico testo che sottotitola i contenuti visivi del video.
A curare la mostra Pietro Scammacca, fondatore dell’associazione culturale UNFOLD che ha come scopo principale di ideare e produrre mostre di arte contemporanea e progetti site-specific in luoghi di interesse storico-artistico siciliani. E nella riscoperta dei luoghi più nascosti della Civita, il cinema Sarah, diventa la location ideale per la proiezione di un lavoro dai tratti voluttuosi, che presenta scansioni tridimensionali del corpo dell’artista in pose comuni alla canonica pittura occidentale.
“La volontà di portare questo film in un cinema erotico – spiega Pietro Scammacca – entra in risonanza con molte delle preoccupazioni del lavoro, portando le conversazioni virtuali tra corpi e immagini in uno spazio fisico. L’artista ha utilizzato uno scanner 3D per analizzare quelle pose per poi trasferirle nello spazio bidimensionale del video. L’interesse è quello di dare forma ad un corpo fittizio ma al contempo familiare – conclude – collegandolo alle narrazioni tecnologiche e storiche del genere femminile”.
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