Una maxi operazione della Guardia di Finanza è in corso contro l’infiltrazione di Cosa nostra nelle scommesse illegali online.

336 indagati in giro per l’Europa, 23 arresti

I militari del Comando di Catania, con il supporto dello Scico di Roma, e la collaborazione dfi colleghi daltre compagnie e delle polizia di tre paesi europei stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 23 indagati in Sicilia, Emilia Romagna, Puglia, Germania, Polonia e Malta. Nell’operazione, chiamata ‘Doppio Gioco’, sono indagate 336 persone in giro per l’Europa

I reati ipotizzati

I reati ipotizzati dalla Direzione distrettuale antimafia sono esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata e autoriciclaggio con l’aggravante di avere favorito l’associazione mafiosa gesita dalla famiglia Santapaola-Ercolano.

Sequestrati beni per 80 milioni

. La Guardia di Fnanza ha anche individuat soietàoperanti nel settore illegalmente e beni ttenti attraverso la gestone delle scommesse illegali. Il Gip ha, così, disposto il sequestro di beni e società per 80 mln di euro.

I precedenti in altre operazioni

Un anno e mezzo fa a Palermo erano state emesse 16 condanne nell’ambito di un’altra operazione riguardante proprio l’infiltrazione nelle scommesse clandestine delle cosche della Sicila occidentale. In quella occasione il gup di Palermo ha condannato, in abbreviato, a pene comprese tra 10 mesi e 16 anni di carcere 16 persone coinvolte nell’inchiesta Game Over” che, tra l’altro, fece luce sugli interessi dei clan mafiosi nelle scommesse online. Erano imputati, a vario titolo, di mafia, estorsione, riciclaggio, traffico di droga e concorso in associazione mafiosa.

L’indagine coinvolse anche Benedetto Bacchi, imprenditore di Partinico che, grazie a Cosa nostra, avrebbe messo in piedi un impero economico proprio puntando alle scommesse. Oltre 700 agenzie, irregolari e sprovviste di concessioni, in tutta Italia. Oltre 40 solo in Sicilia dove, partendo dal nulla, Bacchi era diventato monopolista del settore. L’imprenditore però è sotto processo in ordinario e la sua posizione è stata stralciata.

La pena più alta, 16 anni, è stata inflitta al boss Francesco Nania. L’inchiesta è stata coordinata dalla pm della Dda Amelia Luise.

Cinque gli assolti: Alfredo Cannone, Carmelo Garruzzo, Antonino Lo Piccolo, Giampiero Rappa e Sebastiano Vinciguerra.

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