Nell’ambito dei servizi predisposti dalla Questura di Catania per periodo estivo, la Squadra Mobile ha intensificato i controlli in alcune zone della città finalizzate al contrasto delle cosiddette piazze di spaccio nonché per la repressione dei reati di tipo predatorio.

In tale contesto, nel pomeriggio dello scorso 4 agosto, è stato eseguito un controllo presso l’abitazione di Davide Nicolosi, nel rione San Cristoforo.

Durante le fasi del controllo, Nicolosi ha manifestato un evidente nervosismo, circostanza che ha spinto il personale della Sezione Falchi a eseguire una perquisizione approfondita di tutta l’abitazione.

I sospetti che l’uomo potesse occultare qualcosa di illegale si sono rivelati presto fondati tanto che, nel sotto tetto della sua abitazione, è stata rinvenuta una pistola Beretta calibro 7.65 priva di matricola, con relativo caricatore rifornito di n. 7 cartucce, una confezione contenente n. 50 cartucce del medesimo calibro, 2 chili circa di marijuana, un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento e una cospicua somma di denaro ritenuta provento dell’attività illecita.

Messo di fronte all’evidenza dei fatti, l’uomo ha ammesso le proprie responsabilità assumendosi la titolarità di quanto era stato rinvenuto e sottoposto a sequestro.

Espletate le formalità di rito, Nicolosi è stato trasferito presso la casa circondariale di Catania – piazza Lanza a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Sempre in tema di contrasto alla detenzione e spaccio di stupefacenti, ancora a Catania, sono stati effettuati dei controlli nel quartiere Librino. Diversi i pusher sorpresi in strada a spacciare.
Un pregiudicato, noto ai poliziotti per la sua attività di spacciatore di stupefacenti e più volte sfuggito ai controlli di polizia, ha pensato anche questa volta di farla franca, rifugiandosi all’interno di uno stabile da cui è uscito poco dopo goffamente camuffato da un paio di occhiali da sole e portando con sé due sacchetti d’immondizia, come se stesse uscendo dalla propria abitazione per conferire i rifiuti.
Gli agenti, però, non si sono lasciati ingannare e lo hanno immediatamente bloccato e non hanno nemmeno creduto alle false dichiarazioni sulla propria identità e sulla dimora fornite dal fermato che, in ogni caso, era privo di documenti d’identità.
Messo alle strette e dopo i primi rifiuti di fornire le vere generalità, l’uomo – che frattanto era stato condotto in Commissariato – si è in ultimo risolto a identificarsi; la sua condizione di affidato in prova ai servizi sociali, una misura alternativa concessa dal Tribunale di Sorveglianza in luogo della detenzione conseguente a una sentenza di condanna penale definitiva, in raffronto all’illegale condotta tenuta, gli costerà la segnalazione alla competente autorità giudiziaria per la sospensione del beneficio goduto. Inoltre, atteso il possesso di una somma di denaro di cui non sapeva fornire alcuna spiegazione, è stato indagato per spaccio di sostanze stupefacenti, e rifiuto di fornire le proprie generalità a pubblico ufficiale.
L’espediente dei sacchetti d’immondizia (probabilmente “rubati” all’interno dello stabile dove si era rifugiato) verrà segnalato ai competenti uffici della Polizia Locale per le relative sanzioni.

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