La Flai Cgil di Catania in una nota esprime “soddisfazione” per l’operazione della Dia di Catania che ha messo in luce l’organizzazione ai danni di lavoratori agricoli rumeni col tipico sistema del caporalato.
“Ancora una volta in un comune agrumetato dalle forti radici agricole come Paternó – afferma il segretario generale della Flai Pino Mandrà – si scoperchia una storia di sfruttamento selvaggio e illegale ai danni di persone civicamente fragili ed estremamente bisognose”.
“Le dinamiche raccontate dagli inquirenti – aggiunge il sindacalista – corrispondono esattamente a quelle che, nella nostra funzione di ‘sindacato di strada’ abbiamo toccato con mano. Da anni anni denunciamo che proprio a Paternò è in atto un terribile sfruttamento di braccianti agricoli comunitari ed extracomunitari”. “Con quest’operazione – conclude – si è dimostrato che non eravamo dei visionari. Paghe e trattamento da schiavitù a fronte di immani guadagni che arricchiscono persone senza scrupoli che facciamo fatica a definire imprenditori. Siamo però lieti che la nostra esperienza e la denuncia portata avanti grazie anche al nostro documentario Terranera sia servita a portare in luce il fenomeno”.
La Flai di Catania chiede con forza all’ Inps ed alla prefettura di costituire “la cabina di regia” che affronti il tema dello sfruttamento nel nostro territorio”. Per il sindacato di categoria é inoltre “necessario un collocamento pubblico in agricoltura affinché almeno la domanda ed offerta si incontrino in un luogo pubblico”.
Il presidente di Confagricoltura Catania Giovanni Selvaggi in una nota si congratula con la Direzione Investigativa Antimafia di Catania “per la brillante operazione che ha portato al sequestro preventivo di un patrimonio aziendale del valore di 10 milioni di euro a un imprenditore agricolo gravemente indiziato il reato di caporalato”.
“Il caporalato, che spesso si associa alla riduzione in schiavitù di migranti – afferma Selvaggi – è un reato odioso sul quale tutte le istituzioni devono mostrare tolleranza zero”. “Ringraziamo le forze dell’ordine che combattono senza tregua un fenomeno difficile da sconfiggere – aggiunge Selvaggi – e restiamo convinti che per ottenere risultati sempre migliori serva una normativa adeguata capace di distinguere le aziende sane, che dai fatti criminali come il caporalato subiscono un’ingiusta concorrenza sleale, da chi opera senza scrupoli e senza tutela alcuna per i lavoratori”.
“Una legge migliorata unita ai controlli, le denunce, le indagini e una forte coscienza sociale e politica – conclude – servirà ad arginare finalmente una dinamica criminale che getta grave discredito sulle nostre produzioni agricole”.
Commenta con Facebook