Aveva finto di essere un orafo per giustificare la detenzione di armi e ottenere così l’autorizzazione del porto d’armi dalla questura. A distanza di anni è stato scoperto dalla polizia un uomo di Catania: in realtà non ha mai avuto a che fare con oggetti preziosi e per di più deteneva anche altri armi mai dichiarate. Per questo motivo è stato denunciato dalla polizia per omessa ripetizione di denuncia ed omessa custodia armi, nonché false dichiarazioni a pubblico ufficiale.

I riscontri investigativi

Sulla base di false dichiarazioni, un 56enne, era riuscito, anni addietro, ad ottenere titoli di pubblica sicurezza, quali porto d’armi per difesa personale e licenza ad esercitare l’attività di fabbricante di oggetti preziosi. Gli approfonditi accertamenti e le relative verifiche con apposite ispezioni, effettuati dalla squadra amministrativa del personale del commissariato centrale di Catania, hanno portato alla luce la condotta dell’uomo. Sono state ritirate le armi che aveva in uso e revocati tutti i titoli autorizza tori.

Le irregolarità

In particolare, veniva accertato che il 56enne aveva trasferito alcune delle armi denunciate in un altro luogo, diverso da quello effettivamente dichiarato in sede di denuncia all’autorità competente di pubblica sicurezza. Senza dare alcuna comunicazione dell’avvenuto trasferimento, deteneva illegittimamente alcune delle armi di cui era in possesso, in un altro comune.

Il sequestro

Nel corso delle verifiche le armi rivenute sono state tutte sottoposte a sequestro e presentata denuncia all’autorità giudiziaria competente, mentre in ordine ai titoli di pubblica sicurezza, quali relativo porto d’armi e detenzione, è stata investita la locale prefettura per gli adempimenti mirati alla loro revoca.

Le false dichiarazioni

L’attività svolta consentiva anche di accertare che il 56enne, avendo fraudolentemente paventato particolari motivi di pericolo sulla propria incolumità personale, aveva fatto delle false dichiarazioni sostenendo di operare nel settore dei preziosi e di svolgere questo esercizio professionale. I poliziotti hanno effettuato una verifica nella presunta sede di svolgimento di questa attività ma altro non risultava che essere presente un deposito di masserizie.

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