Ci sono sviluppi sul fronte della corsa clandestina di cavalli del febbraio scorso scoperta dai carabinieri a Paternò, nel catanese, e che già nei giorni scorsi aveva portato alla denuncia dell’organizzatore. Ad essere stati adesso denunciati sono altri due uomini, entrambi ritenuti tra i partecipanti di quella manifestazione abusiva. Uno dei due, oltretutto, ha anche precedenti perché ritenuto vicino alle cosche mafiose. Ancora una volta l’analisi del video pubblicato sui social è stato utile ai militari dell’Arma per riuscire a sviluppare l’attività investigativa.

I due denunciati

L’operazione è dei carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Paternò che hanno denunciato un 31enne e un 35enne, entrambi di Paternò, con le accuse di partecipazione a competizioni sportive clandestine con animali e maltrattamento di animali. I provvedimenti arrivano al culmine di uno sviluppo investigativo dell’attività che già nei giorni scorsi aveva portato i militari a denunciare un altro uomo di Paternò, proprietario di tre cavalli, tutti sottoposti a fermo amministrativo, di una pistola semi automatica e di munizioni, nonché ritenuto presunto organizzatore e partecipante a competizioni clandestine di cavalli.

Identificati i partecipanti alla gara

Sono stati ora infatti identificati, tra i partecipanti ad una competizione clandestina che si era tenuta in contrada San Marco il 26 febbraio scorso, il 31enne e il 35enne. Quest’ultimo tra l’altro con precedenti per appartenenza al gruppo mafioso Assinnata di Paternò. Per entrambi è anche arrivata la sanzione amministrativa per aver violato le relative disposizioni del codice della strada.

Ancora i social sono preziosi

Il monitoraggio dei social network ha anche consentito di ricondurre la partecipazione a questa gara di uno dei tre cavalli sottoposti a fermo amministrativo dai medici veterinari dell’Asp di Paternò. “Il comando provinciale carabinieri – si legge in una nota – continua nell’incessante azione svolta non solo alla tutela dei diritti degli animali, ma anche al contrasto di tutte attività che direttamente o indirettamente sono idonee a sostenere i sodalizi mafiosi sotto il profilo economico o del consenso sociale sul territorio”.

Articoli correlati