Tre allevatori sono stati denunciati nel catanese per pascolo abusivo. Gli animali dei loro allevamenti sono stati trovati a pascolare in aree in cui vige il divieto perché negli anni passati erano state date alle fiamme. Si tratta dell’ennesima operazione del genere nella provincia etnea da parte dei carabinieri nell’ottica del contrasto agli incendi boschivi.
L’attività di coordinamento
I carabinieri della compagnia di Paternò, con il supporto dei colleghi dello squadrone eliportato cacciatori di Sicilia, hanno svolto un servizio di controllo del territorio nelle aree rurali di Paternò per prevenire gli incendi boschivi. In particolare l’attenzione è stata posta su contrada Poira, nei pressi del sito archeologico di Poggio Cocola. A conclusione del pattugliamento sono state identificate 36 persone, tra allevatori e agricoltori.
Il pascolo abusivo
Al termine di una continua e articolata attività informativa sul territorio, i militari della sezione operativa hanno accertato il pascolo abusivo su un’area percorsa da un incendio nelle scorse stagioni estive e, per questo motivo, sottoposta a vincolo sulla destinazione d’uso decennale così come impongono le norme in materia. Sul posto risultavano presenti al pascolo diversi capi bovini, che venivano fotografati per poter così procedere alla loro identificazione attraverso il marchio auricolare. In questo modo si è riusciti a ricondurli, dopo la consultazione della banca dati del servizio veterinario regionale, a 3 diversi allevatori, tutti denunciati all’autorità giudiziaria, responsabili di pascolo all’interno di proprietà private.
Nei giorni scorsi altre denunce
Mano pesante sugli allevatori che pascolano nel catanese in aree vietate, che lo scorso anno erano state devastate da incendi. I carabinieri già nei giorni scorsi hanno avviato dei controlli a tappeto nelle aree boscate di Paternò, identificando numerosi capi di bestiame e i loro conduttori. In 8 sono stati sanzionati con oltre 6 mila euro di multe per aver portato i loro animali a pascolare in terreni in cui c’era un divieto in seguito agli incendi avvenuti lo scorso anno.
Commenta con Facebook