Si sono associate alla richiesta della Procura di Catania tre delle parti civili costituite nel processo per mafia all’editore Mario Ciancio Sanfilippo. Sono i fratelli del commissario Beppe Montana, assistiti dall’avvocato Goffredo D’Antona. Figura inoltre l’ordine dei giornalisti di Sicilia, rappresentato dal penalista Dario Pastore. Questi hanno anche chiesto un risarcimento simbolico di un euro ciascuno. E poi figura anche l’associazione Libera, con l’avvocata Enza Rando, che ha chiesto invece 100 mila euro da destinare a interventi socialmente utili. La quarta parte civile ammessa, il Comune di Catania, non era presente in aula.

La richiesta di condanna

L’imprenditore è accusato per la precisione di concorso esterno all’associazione mafiosa. La Procura nella scorsa udienza ha chiesto la condanna dell’editore a 12 anni e la confisca dei beni. Infatti i beni furono dissequestrati dalla Corte d’appello, con sentenza confermata dalla Cassazione del 22 gennaio del 2022. Il processo è stato aggiornato al prossimo 29 maggio per la prima udienza dell’arringa del collegio di difesa, costituito dagli avvocati Giulia Bongiorno.

La decisione della Corte d’Appello

Un procedimento giudiziario che sta trovando un percorso pieno d’ostacoli e non proprio lineare. La Corte d’appello di Catania, nel marzo del 2021 aveva disposto il dissequestro di tutti i beni di Mario Ciancio Sanfilippo. Tra le motivazioni dei giudici di secondo grado anche la “mancanza di pericolosità sociale” dell’editore e imprenditore. Secondo la Corte d’appello di Catania il decreto impugnato “va conseguentemente annullato”. Questo perché, hanno scritto i giudici nelle 113 pagine della sentenza motivata, “non può ritenersi provata l’esistenza di alcun attivo e consapevole contributo arrecato da Ciancio Sanfilippo in favore della mafia catanese”.

La consistenza dei beni

I beni dissequestrati hanno un valore stimato in 150 milioni di euro. Tra questi figurano anche le società che controllano il quotidiano La Sicilia e le emittenti televisive Antenna Sicilia e Telecolor. Il sequestro finalizzato alla confisca eseguito il 24 settembre del 2018.

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