La richiesta di dichiarare inutilizzabili le intercettazioni telefoniche agli atti del procedimento è stata sollecitata, alla prima Corte d’appello di Catania, dal collegio di difesa di Ernesto Privitera, Angelo Marino e Giuseppe Giuffrida nel processo per reato elettorale in cui sono anche imputati l’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e suo figlio Toti.

Nell’eccezione si contesta che erano state disposte per reati di mafia poi archiviati e quindi non utilizzabili per il semplice reato di voto di scambio non mafioso.

L’udienza è stata aggiornata al 10 aprile con l’arringa degli avvocati difensori di Raffaele e Toti Lombardo. Nella scorsa udienza il Pg Angelo Busacca ha chiesto la condanna a un anno e due mesi ciascuno per l’ex presidente della Regione Siciliana e suo figlio, e a otto mesi per gli altri tre imputati. Il procedimento è pendente dopo il ricorso della Procura contro la sentenza di assoluzione con la formula “perché il fatto non sussiste” emessa Tribunale monocratico, presieduto da Laura Benanti.

Secondo l’accusa, i Lombardo avrebbero promesso due posti di lavoro in cambio di voti in favore di Toti eletto con 9.633 preferenze nella lista del Mpa alle Regionale dell’ottobre del 2012. Una tesi inconsistente secondo la difesa visto che Privitera era sostenitore di Lombardo dal 1980 e consigliere di quartiere in carica del Movimento.

A dare il via all’inchiesta erano state dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Il posto di lavoro sarebbe stato promesso a Privitera e Marino in favore dello stesso Marino e di Giuffrida, quest’ultimo in seguito effettivamente assunto. La squadra mobile della Questura di Catania ha eseguito intercettazioni ambientali e telefoniche e ha ascoltato in particolare Privitera. A lui, secondo l’accusa, Toti Lombardo, al telefono, e Raffaele Lombardo, di persona, avrebbero assicurato due assunzioni in un’impresa privata per la raccolta dei rifiuti in cambio di voti.

Articoli correlati