Ancora una giornata dedicata alla campagna referendaria sulla modifica della legge sulla “buona scuola”, per la Cgil Catania che sta coinvolgendo i cittadini di tutta la provincia etnea in una raccolta firme per presentare quattro quesiti per chiedere l’abolizione di parti significative della legge 107/2015.

I banchetti saranno allestiti sabato prossimo 11 giugno, dalle 17 alle 20 in piazza Umberto a Paternò,  e domenica 12  giugno, in piazza Roma, a Biancavilla, dalle 9,30 alle 13,30, mentre già oggi i volontari della FlC Cgil Catania si trovano a Catania, e saranno dalle 17 alle 20  in piazza Stesicoro.  

Le parti di cui si chiede l’abrogazione si riferiscono ai finanziamenti privati alle singole scuole, incremento per le statali; alla chiamata discrezionale dei docenti; all’obbligo di minimo 200-400 ore di alternanza scuola-lavoro; al potere del preside di scegliere arbitrariamente i docenti da premiare.

Sul primo quesito: se vince il SI ogni donazione da parte dei cittadini confluisce solo all’interno del sistema d’istruzione nazionale statale, redistribuendo le risorse tra zone ricche e povere e scuole che ne hanno più o meno bisogno. Si eviterà così la creazione di scuole di élites e di scuole-ghetto e il prevedibile sbilanciamento a favore delle scuole private, in modo da garantire il diritto allo studio a tutti.

Sul secondo quesito: se vince il SI il dirigente scolastico non potrà più, a sua discrezione, scegliere e confermare o mandar via dopo tre anni i docenti. L’assegnazione dei docenti alle scuole avverrà con criteri oggettivi e senza il ricatto della scadenza, eliminando il rischio di gestione clientelare  delle assegnazioni, e di limitazione della libertà d’insegnamento: il preside non potrà condizionare l’autonomia professionale dei docenti.

Sul terzo quesito: se vince il SI viene abrogato il limite minimo fissato per legge di 400-200 ore in azienda (istituti tecnici e professionali e licei) di alternanza scuola-lavoro. Potranno così decidere le singole scuole quando, dove e come pianificare esperienze professionali coerenti con gli obiettivi del proprio Piano di Offerta Formativa, evitando di perdere ore di lezione anche in assenza di esperienze di lavoro formative, solo per ottemperare a una formalità.

Sul quarto quesito: se vince il SI viene abrogato il potere del dirigente scolastico di scegliere i docenti a cui dispensare discrezionalmente il premio salariale per presunto “merito” (con tutti i rischi clientelari che non facciamo fatica a immaginare).

Il comitato di valutazione torna composto dai docenti e dal dirigente, non deve più identificare nessun “criterio per la valorizzazione” e si limita a esprimere parere sul periodo di prova dei neo-assunti.

Il fondo annuale da 200 milioni si conferma salario accessorio per valorizzare tutti i docenti, precari inclusi, ed è inserito nella contrattazione integrativa nazionale e di scuola.