Roba da arditi, la San Silvestro a Mare, il tuffo nelle acque gelide del porticciolo che tradizionalmente chiude l’anno dei catanesi. Oltre ai campioni di nuoto, ci sono gli amatori e fra questi anche qualche politico. In accappatoio aspetta di gareggiare anche Ruggero Razza, avvocato penalista, ex vicepresidente della Provincia di Catania, da sempre vicinissimo a Nello Musumeci. 

“Macchè ardito che poi dicono che sono un nostalgico. E poi gli arditi vincevano…”, risponde allo sfottò, Eppure Razza è in prima linea, magari per non vincere la San Silvestro a mare, “per quella serve il fisico”, ma per la madre di tutte le sfide politiche del 2017: le Regionali in cui Musumeci resta in pole per la corsa alla presidenza.

“Nello Musumeci è un uomo perbene, un politico che onora la parola data. Non ha mai governato la Sicilia, ma ha dimostrato con i fatti capacità amministrativa ed efficienza nel guidare la cosa pubblica. La nostra Regione è in ginocchio ed al suo capezzale bisogna chiamare gli uomini migliori, coinvolgendoli tutti a prescindere dalle loro appartenenze. Obiettivo prioritario è risanare la Regione, ma non basta se si dimenticano i poveri, che in Sicilia sono un numero spropositato e crescente. Qualunque proposta politica che non ponga al primo posto i poveri, il lavoro e i giovani sarà schiacciata dal voto popolare”.

C’é chi sostiene che Nello Musumeci non sia un buon candidato, per via della sconfitta del 2012. Lei cosa ne pensa?

“Quella del 2012  è stata una vera impresa, anche perché ci trovavamo in un momento difficilissimo per il Centrodestra sotto attacco mediatico a Roma, lacerato dalle divisioni in Sicilia. Per non parlare del fenomeno Grillo, arrivato a nuoto dallo Stretto. Nonostante quel difficilissimo contesto, capovolgendo quanto era sempre accaduto in passato, Musumeci ha persino superato le liste della sua coalizione. Il tutto in poco più di trenta giorni!”

Resta il fatto che ha perso… 

“Bianco ha perso contro Scapagnini, Orlando contro Cammarata. De Luca ha perso due volte e Berlusconi pure. Ogni elezione fa storia a sè. Ne cerchino una migliore”.

Quindi lei non condivide la tesi secondo la quale fu Musumeci a non portare al voto i moderati?

“I numeri non mentono mai e non si prestano a equivoci: le forze politiche che nel 2001, nel 2006 e nel 2008 si erano sempre candidate assieme hanno raggiunto alle elezioni del 2012 più del 55% dei voti di lista, nonostante il grande consenso ricevuto dalla lista del M5S. Bastava essere uniti (e non siamo mancati di certo noi…) per evitare il mal-governo di Crocetta. Vogliamo attribuire a Musumeci la scelta dell’Udc di andare con Crocetta, la rottura tra Lombardo e il PDL o quella tra Berlusconi e Fini? In ogni caso voglio essere ottimista e penso che sia naturale una trattativa muscolare, ma noi rivendichiamo la proposta di un metodo: siamo stati i primi a volere le primarie, siamo oggi pronti a confrontarci con questo strumento perché offre ai cittadini il potere (e il peso) delle scelte”.

E gli alleati cosa dicono sulla vostra proposta?

“Vedo rispetto nei nostri confronti e grande attenzione per la scelta di un metodo democratico di selezione delle candidature. Va riconosciuto il grandissimo lavoro della nostra portavoce Giusy Savarino e di Raffaele Stancanelli, che ci stanno mettendo cuore e ragione. Con Giusy ho un rapporto splendido ed è una donna coraggiosa e leale. Assieme a lei e ad Alessandro Aricò formiamo una squadra affiatata: non l’ho mai fatto prima, pubblicamente, ma li ringrazio dalle vostre ‘colonne’, perché il miracolo di #DiventeràBellissima sta nella forza di tantissime donne e uomini, giovani e meno giovani, che ci hanno messo cuore e passione per un progetto di rigenerazione della Sicilia”.

Mi sembra troppo ottimista. Musumeci ha ancora molti avversari, più o meno dichiarati…

“Se volessi ricorrere alla retorica direi che ha amici fra il popolo e nemici nella casta. Tuttavia, battute a parte, non c’è dubbio che esistono posizioni diverse ed anche ambizioni legittime. Per questo servono le primarie: per unire e superare la tentazione di dividersi. E sono convinto che celebrarle presto sia indispensabile per le Regionali, ma anche utilissimo in vista della amministrative e delle nazionali: la Sicilia fa scuola ed essere forti in Sicilia vuol dire contare in Italia”

E se non fosse accolta la vostra proposta di primarie?

“Sto alle dichiarazioni di Forza Italia, che ha detto di essere favorevole. E su questa posizione ritengo siano anche il movimento di Salvini, Fdi e Azione Nazionale, che da tempo le propongono a livello nazionale. Può essere  l’occasione per coinvolgere i moderati, che con l’Udc di Cesa hanno mostrato attenzione al nuovo scenario politico, a partire dal Referendum: altro che i “centristi per il sì…”! Serve un regolamento condiviso e tempi certi. Mi fa piacere che proprio oggi sia stato avviato il tavolo per definire la bozza delle regole, da sottoporre a tutte le componenti che si sentono alternative a Crocetta e al Pd”

Al di lá delle dichiarazioni, ci sono i rumors: si parla in molti ambienti di una grande coalizione anti-5 Stelle. Voi siete contrari, ma non tutti lo sono. E propongono un centrista per guidare questa proposta: l’ex rettore Lagalla.

“Giusto ieri nei quartieri popolari mi chiedevano selfie con Lagalla … Scherzi a parte, faccio io una domanda a lei: di fronte ad una scelta tra casta e popolo, secondo lei i cittadini cosa sceglierebbero? Una grande ammucchiata per salvare le poltrone? Non credo. La lezione del referendum dovrebbe insegnare che quando si stuzzica il popolo, magari affidandosi agli apparati, la gente va a votare in massa e gli apparati vengono seppelliti, specie oggi che non hanno nulla di concreto da offrire. O abbiamo già dimenticato la pioggia di miliardi promessa da Renzi prima del voto?”

Insomma, per voi l’anno inizia con ottimismo…

“Non solo ottimismo, che potrebbe rilevarsi un sentimento improntato a eccesso di sicurezza. Per noi l’anno inizierà all’insegna dell’impegno e della consapevolezza delle responsabilità a cui siamo chiamati. I siciliani hanno provato sulla loro pelle cosa vuol dire affidarsi alla retorica della rivoluzione e, mi auguro, tutti abbiano la stessa nostra voglia di superare gli steccati: le vecchie liturgie delle logore coalizioni di un tempo non portano da nessuna parte, se non si hanno volti seri e programmi chiari. I cittadini sono informati, smaliziati e stanchi: chi non coglie questo sentimento, profondamente diverso da quello dei tempi passati, rischia di andare a sbattere contro il malessere di una società profondamente mutata”.

Articoli correlati