Sono ancora in corso i sopralluoghi da parte della protezione civile dei vari Comuni alle pendici dell’Etna colpiti alle 2.34 della notte scorsa da un sisma di magnitudo 4.6. Dai primi rilievi i paesi dove si registrano danni sono Biancavilla, Santa Maria di Licodia e Adrano, con crolli di cornicioni, antichi casolari e muri in pietra e palazzi lesionati.

A Santa Maria di Licodia è crollato un cornicione dallo storico Palazzo Ardizzone. Calcinacci si sono staccati e caduti
dalle chiese di Santa Barbara a Paternò, che è transennata, e di Santa Maria dell’Idria a Biancavilla.

«Sto seguendo costantemente, attraverso la Protezione civile regionale che si è subito attivata, il lavoro di ricognizione che si svolge nell’area etnea a seguito della scossa di terremoto della scorsa notte. Dai primi accertamenti non risultano danni alle persone, tranne pochi contusi, ma soltanto ad alcuni fabbricati nella zona fra Biancavilla e Santa Maria di Licodia. E’ stata disposta la momentanea chiusura di due edifici sacri, in attesa di ulteriori e approfondite verifiche. In mattinata, il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti sarà a Biancavilla per un incontro operativo con i sindaci della zona».

Lo dichiara, in una nota, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, a seguito del terremoto di magnitudo 4.6 , avvenuto alle 2.34, con epicentro a un chilometro da Biancavilla, in provincia di Catania.