Arriva in una Sicilia dal cielo padano, ma dopo mesi di siccità la pioggia è una benedizione e appena varcate le porte dello scalo Fontanarossa, Matteo Salvini scherza con il deputato Angelo Attaguile ed il vicesindaco di Mascalucia, Fabio Cantarella, su uno dei tanti luoghi comuni dell’eterna questione nord-sud: “Avete visto…vi ho portato la pioggia…”.
Fa appena in tempo ad accendere una sigaretta, prima di salire sull’auto che lo porterà a Vittoria dagli agricoltori, che una delegazione di pescatori gli si presenta.
E’ il caso delle quote tonno a tenere banco ed il capannello quasi si trasforma in una tavola rotonda in cui il leader della Lega ascolta, chiede informazioni e promette di sposare la battaglia. ‘Matteosavvini pensici tu’, si sente mentre nel frattempo arrivano anche alcuni tassisti con altri problemi da sottoporre. L’altro Matteo ascolta ed è sempre l’Europa o la Regione o Roma l’origine dei guai di una categoria.
“Attenzione, non è sempre colpa dell’Europa e lo dice uno che vorrebbe ribaltarla – afferma -. Perchè poi l’Italia è brava a complicarsi la vita da sola applicando in peggio le direttive europee. Ricordo la tragicommedia sul calibro delle vongole per cui abbiamo combattuto otto mesi per permettere ai pescatori dell’Adriatico di fare quello che facevano da decenni perché qualcuno aveva deciso che la vongola doveva essere di una certa misura. Questo vale per il tonno, vale per il pesce spada. Ci sono normative europee fatte a vantaggio di pochi, non dell’Italia e poi il Governo nazionale, senza distinzione di colore, se ne fregano e poi rispondono alle logiche di interessi di pochi rovinando migliaia di famiglie”.
Ieri, proprio l’Europa ha dato il via libera all’incremento dell’import di olio tunisino…
“E’ una follia. Noi abbiamo votato contro in Commissione e in Parlamento, purtroppo il partito di governo in Italia, il Pd, ha votato a favore dicendo che bisogna aiutare la Tunisia”.
Anche lei, però, dice che bisogna aiutare gli extracomunitari in casa loro…
“Ma se aiutarli vuol dire rovinare migliaia di lavoratori italiani non mi sembra una cosa intelligente! Siccome l’uomo è quello che mangia, se diamo ai nostri figli schifezze che vengono dal’altra parte del mondo a me non va bene”.
Sembra che in Italia i problemi debba risolverli necessariamente un Matteo, anche quelli relativi alla diatribe politiche con gli alleati o nel proprio partito. Così se Renzi deve dirimere i nodi post primarie, la gatta da pelare di Salvini è sempre la candidatura di Roma. Questione chiusa? “No. Ne parleremo da domenica in avanti”, dice lapidario mentre il volto lascia trasparire strategie e chissà anche degli intenti belligeranti.
Intanto, dopo il voto amministrativo sarà la volta della Sicilia ed anche qui si ripropone il tema delle alleanze. Pronti al dialogo?
“Sì. Guardando ad un progetto nuovo. Non voglio guardare al passato, non mi interessa il passato. Vecchie marmellate non mi interessano”.
L’auto che lo porterà a Vittoria prima e a Grammichele poi è già in moto, ma c’è il tempo per una frecciata al governatore Crocetta: “Penso un esperimento biologico e politico unico nel suo genere. Non so quante giunte abbia cambiato, quanta gente abbia cambiato partito, casacca, poltrona. Penso – conclude Salvini – che la cosiddetta ‘autonomia’ della Sicilia venga usata nella peggior maniera possibile. Da certa gente…”
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