“Tutti noi sappiamo che per la Storia c’e’ e ci sara’ un prima e un dopo 11 settembre. Per la mia vita c’e’ e ci sara’ un prima e un dopo 19 settembre perche’ cio’ che ho subito la notte del 19 settembre e’ stato orrore, terrore, un atto di terrorismo su di me, ma simbolicamente su tutte le donne, su tutte le italiane, su tutte le colleghe”. Sono le parole con le quali stamani Serafina Strano, la dottoressa aggredita e violentata nella guardia medica di Trecastagni nella notte tra il 18 e il 19 settembre scorso dal 26enne Alfio Cardillo, ha manifestato, incontrando i giornalisti a Catania, la “sua rabbia per le mancate risposte di sicurezza da parte dell’Asp dopo l’aggressione” della quale e’ rimasta vittima.

Durante l’incontro, nella sede dell’Ordine dei Medici, e’ stato rilevato come quella dei vigilantes a presidiare le guardie mediche sia “l’unica misura reale strutturale” da adottare e sono state definite “fallimentari le misure di sicurezza fin qua adottate”.

Serafina Strano e’ tornata a ribadire come la politica sia “lontana dalle problematiche dei cittadini” e di essere stata “violentata dalle istituzioni”.

“Questo sistema – ha detto – lo dobbiamo scardinare perche’ e’ una questione di mentalita’. Fin quando l’Asp non mi dimostra in maniera costruttiva che da’ una risposta, ogni lettera, ogni circolare per me sono altri pugni in faccia. Gli orchi stanno anche nei palazzi del potere, uomini e forse anche donne complici di coloro che hanno seviziato, complici di Alfio Cardillo”.

Serafina Strano ha affermato che “pero’ tra le istituzioni c’e’ qualcuno che vuole fare qualcosa”, ricordando il suo intervento a Montecitorio e l’incontro con il Presidente della Repubblica, le cui parole le hanno fatto “riacquistare fiducia nell’andare avanti, contribuendo a vincere paura e angoscia”.

“Ci rendiamo conto – ha concluso – che armare un presidio sanitario puo’ sembrare a prima vista eccessivo, ma lo chiediamo come misura di emergenza perche’ le guardia mediche sono dei presidi obsoleti”.