L’iter di ricostruzione nelle zone colpite dal sisma di Santo Stefano del 2018 è rallentato. Lo denunciano i vari comitati dei terremotati che si sono riuniti nel salone parrocchiale di Pennisi, ad Acireale. Dalle richieste dei cittadini è evidente il ritardo nel pagamento del Cas, nelle procedure burocratiche.

Ad evidenziare la situazione è Angela Foti, deputato regionale di Attiva Sicilia che ha preso parte all’incontro.

“Siamo alle solite: c’è uno Stato sordo”

“Purtroppo la ricostruzione è condizionata, ancora una volta, dalle lentezze della burocrazia. Spiace dirlo – afferma Foti – ma siamo alle solite: c’è uno Stato sordo che ritiene i terremotati della provincia di Catania dei cittadini di serie B. Mi riferisco ai ritardi, di oltre 4 mesi, relativi al Cas cioè il contributo di autonoma sistemazione che serve alle famiglie che hanno perso la propria abitazione a sostenere i costi dell’affitto”.

Foti continua: “Nonostante le istituzioni locali, come sindaci e protezione civile regionale, abbiano da parecchi mesi già inviato la rendicontazione e tutti i documenti a supporto, a causa della mancanza di una firma in Ragioneria dello Stato si registra un ritardo insostenibile che alimenta frustrazione e un senso di umiliazione”.

Il deputato regionale sottolinea, inoltre: “Viviamo in un momento di crisi economica e sociale e proprio per questa ragione dovremmo stare ancora più vicini a chi ha perso, ormai da 4 anni, la propria abitazione, i propri ricordi, il proprio nido. Lo Stato deve dare risposte e solleciterò Roma ad agire così come va sollecitata la proroga del commissario alla ricostruzione Scalia che attende l’ok della Corte dei Conti. Non si può vivere in uno stallo perenne”.

Lo stallo denunciato mesi addietro

La deputata regionale di Attiva Sicilia Angela Foti, già ad ottobre del 2021 aveva inviato ufficialmente due missive destinate al presidente del consiglio dei Ministri Mario Draghi e al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci per sollevare i ritardi legati alla ricostruzione post sisma di Santo Stefano del 2018.

Nella missiva la parlamentare ritiene necessario che si estendano le norme già vigenti per i territori colpiti dal terremoto nel 2016 anche in Sicilia. Una estensione che porterebbe immediati benefici velocizzando, di fatto, la rinascita della provincia etnea danneggiata dal sisma.

L’attesa di 9 comuni da oltre  3 anni

“Ci sono nove comuni nella provincia di Catania – dice Foti – che ormai, da tre anni, attendono la rinascita e vivono un clima di incertezza per via della attesa proroga della struttura commissariale che a breve vedrà andare in scadenza i contratti dei tecnici a supporto della ricostruzione. Non meno importanti anche le compensazioni sulle minori entrate dei Comuni dovute alla sospensione dei tributi del 2019 che grava sui bilanci a rischio dissesto. Seppur sia stato nominato un commissario straordinario per la ricostruzione dal governo nazionale, che sta profondendo il suo impegno sul territorio, vi sono dei lacciuoli burocratici e vuoti normativi che stanno paralizzando il processo di ricostruzione. Per questo motivo – aggiunge – ho inteso chiedere direttamente al premier Draghi, dopo essere rimasta inascoltata dal governo precedente, di estendere anche in Sicilia la normativa nazionale sulle ricostruzioni, già valida nelle zone del centro Italia colpite dal sisma nel 2016. Nello specifico l’estensione della norma consentirebbe di superare lo scoglio rappresentato dalle lievi difformità edilizie degli edifici privati, in base alla normativa in vigore per le zone del Centro Italia, contestualmente alla ricostruzione”.

Una difformità che ha rallentato

Secondo l’esponente di Attiva Sicilia questa difformità ha generato un rallentamento delle operazioni di ricostruzione e talvolta anche l’impossibilità del rilascio del titolo edilizio. “Da deputata regionale – precisa – ho portato avanti diverse iniziative parlamentari e anche proposte di legge ma si tratta di una sfera sulla quale solamente il governo o il parlamento nazionale può intervenire. Di recente il commissario straordinario per la ricostruzione ha informato le deputazione siciliana dell’avvicinarsi della conversione del decreto legge 121/2021 del 10 settembre che, se opportunamente emendato dal parlamento, potrebbe già portare ricadute positive per le città colpite dal sisma. Per questo mi appello anche al presidente Musumeci affinché faccia sua questa battaglia e metta in atto un pressing istituzionale sul governo nazionale che ci conduca al risultato. Un risultato atteso, sperato e voluto da nove comunità locali che devono rimettersi in cammino dopo 3 anni di difficoltà e di attese”.