Una operazione è stata condotta dalla Polizia di stato nel Catanese. Nella giornata di ieri su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, gli agenti hanno dato esecuzione a una misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale, nei confronti di sei persone.
Le accuse mosse ai destinatari dei provvedimenti
Tutti sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di tentato omicidio, porto di arma comune da sparo, detenzione e porto in luogo pubblico di arma clandestina nonché di ricettazione.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso al culmine di indagini di tipo tradizionale condotte proprio dalla Polizia, coordinate dalla Procura della Repubblica e svolte dalla Squadra Mobile, avviate a seguito di un fatto delittuoso verificatosi alcune settimane addietro nel quartiere Nesima, nei pressi di un esercizio commerciale, verso il quale furono esplosi numerosi colpi di arma da fuoco.
L’ultima sparatoria a Nesima
L’ultima sparatoria a Nesima risale al 30 giugno ed è avvenuta all’interno di un edificio di via Cantone. La polizia è intervenuta dopo una segnalazione alla sala operativa. Sul posto per rilievi e indagini la squadra mobile della Questura e agenti della polizia scientifica.
Secondo una prima ricostruzione, la polizia, intervenuta sul posto dopo una segnalazione alla sala operativa avrebbe trovato uno straniero in strada con ferite da cadute.
L’uomo sarebbe precipitato dal balcone del secondo piano di un palazzo di via Santo Cantone, che presentava dei danni alla ringhiera, come se l’uomo vi si fosse aggrappato prima di cadere. Ma dopo l’intervento di personale del 118 si è scoperto che era stato ferito anche con un colpo di pistola al collo. L’uomo è stato trasferito d’urgenza in ospedale, le sue condizioni sono definite molto gravi. Nella casa poi agenti delle Volanti, intervenuti per primi, hanno trovato una persona a terra: un italiano con una ferita da arma da fuoco alla tempia. Trasporto in ospedale è stato ricoverato in codice rosso. In seguito, il 3 luglio, uno dei due feriti è morto.
Tre fermati fino ad ora
Per questi fatti sono stati fermati, fino ad ora, in tre. Il primo era stato Giovanni Pasqualino Di Benedetto, 27 anni. In seguito è toccato a Antonino Castelli, di 33 anni, e Pasqualino Ranno, di 29, anch’essi gravemente indiziati dei reati di omicidio, tentativo di omicidio porto e di illegale detenzione di armi. Lo rende noto la Procura etnea, secondo cui Di Benedetto sarebbe l’autore dell’omicidio e del tentativo di omicidio, in concorso con Castelli e Ranno.
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