Finiscono in carcere quattro giovani di Gravina di Catania accusati a vario titolo di violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti ed estorsione. Ad avere richiesto la loro custodia cautelare era stata la Procura distrettuale della Repubblica di Catania. Ad eseguire il provvedimento i carabinieri della compagnia di Gravina di Catania. Le indagini, coordinate dal pool di magistrati qualificati sui reati che riguardano la violenza di genere hanno fatto luce su un episodio di violenza ai danni di una ventenne.

La denuncia

L’attività d’indagine, svolta nel mese di giugno scorso dai carabinieri ha messo in evidenza come i quattro ragazzi, insieme ad un minore di 16 anni per il quale sta procedendo la competente Procura, si sarebbero resi autori di più reati a sfondo sessuale nei confronti della vittima, consumati tra novembre 2019 e sino al maggio scorso. L’attività investigativa è scaturita dalla denuncia della vittima, sporta alla stazione dei carabinieri di Gravina di Catania, che ha dichiarato che in più occasioni sarebbe stata obbligata ad atti sessuale all’interno di un garage nella disponibilità di uno degli indagati. Inoltre veniva filmata in un video sul suo stesso cellulare da uno dei partecipanti che, successivamente, lo avrebbe cancellato ma non prima d’averlo trasferito tramite un’applicazione di messaggistica su quello di un altro indagato

L’inizio dell’incubo

Tutta questa squallida vicenda sarebbe partita da uno degli indagati, fidanzato della stessa ragazza. Il loro rapporto viene considerato dalla Procura “malato” ed è stato accertato che lo stesso giovane nello stesso periodo intratteneva una relazione con un’altra coetanea che però non sapeva nulla di questa vicenda. E proprio per la decisione della vittima, che gli avrebbe manifestato l’intenzione di rivelare questo strano “triangolo” danneggiandogli anche il fanale posteriore dell’autovettura, l’ex “fidanzato” avrebbe utilizzato il video della violenza sessuale come strumento di rivalsa.

L’obiettivo

Il fine sarebbe stato infatti di impedire alla vittima di rivelare la sua doppia relazione nonché, ancora, quale strumento di ricatto da parte degli indagati per estorcerle somme di denaro con la promessa di evitare la diffusione del filmato, in particolare ai suoi stessi genitori. Ma nel frattempo la giovane sarebbe stata sottoposta ad ulteriori violenze sessuali, in particolare dal suo ex “fidanzato” che, ancora con la minaccia della diffusione del video, l’avrebbe costretta a subire un rapporto sessuale completo, anzi coinvolgendo anche il minorenne nonostante lei fosse assolutamente contraria.

I riscontri degli inquirenti

L’attività di riscontro alle dichiarazioni della vittima, insieme alle indagini tecniche effettuate sul suo cellulare, ha consentito ai militari di recuperare il video incriminato fornendo concretezza alle ipotesi investigative, evidenziando anche ulteriori episodi di violenza che la ventenne avrebbe subito nel corso del tempo.

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