“Randagismo e Sicilia, un rapporto complicato, contraddittorio, che compromette il benessere animale e spesso arricchisce il business della criminalità organizzata. Eppure le leggi ci sono, andrebbero “solamente” applicate. L’attuale normativa della regione Sicilia prevede infatti adempimenti ben precisi da parte dei Comuni e delle Asl, che tuttavia non vengono rispettati. Modello negativo, in tal senso, è purtroppo la città di Licata, di cui nostro malgrado ci siamo già occupati in più occasioni. Ricordiamo, infatti, che il comune sarebbe debitore della somma di 210mila euro nei confronti della Dog Village srl di Butera, che gestisce una struttura di accoglienza efficiente, sempre disponibile e che provvede al recupero degli animali, alle loro cure ed alle successive adozioni. Allo stato attuale, mancando i fondi economici essenziali per svolgere il loro lavoro, per ovvi motivi la Dog Village non è sempre in grado di assicurare il servizio di recupero dovendo lasciare, suo malgrado gli animali vaganti al loro triste destino. Insomma, siamo di fronte a una situazione delicata con i cittadini che molto spesso chiedono, per le segnalazioni di animali vaganti, il nostro appoggio in quanto non verrebbero nemmeno ascoltati dalla Polizia locale, tantomeno dall’Ufficio randagismo. Con il risultato che gli animali segnalati feriti o malati non vengono recuperati e lasciati sofferenti sul territorio. Idem per le cucciolate, che, seppur segnalate non sarebbero recuperate ed abbandonate al proprio destino. E, come se non bastasse, gli animali vaganti non vengono sterilizzati/castrati onde evitare un abnorme ripopolamento (ed ecco perchè il randagismo non avrà mai fine). E che dice il Comune di Licata di fronte a tutto questo? L’amministrazione municipale non risponde alle nostre pec, mentre il sindaco Balsamo elude ogni sua responsabilità nei confronti dei suoi animali anche se in campagna elettorale aveva espresso buoni propositi verso il problema del randagismo con la promessa che avrebbe reperito i fondi (che vengono erogati dalla Regione su specifica richiesta dei comuni): il solito specchietto per le allodole. “In compenso”, il primo cittadino si preoccupa illogicamente di abbellire la città con patchwork uncinetto e con una targa “I love Licata” posta all’ingresso della città. Come se questo fosse la panacea di tutti i mali cittadini. Semplicemente un comportamento vergognoso. Purtroppo, Licata sta divenendo la città tipo di una Sicilia che continua a eludere il problema randagismo, dove gli animali cani e gatti vivono alla giornata la loro triste esistenza”. 

Così, in una nota, il segretario nazionale del partito politico Rivoluzione Ecologista Animalista, Gabriella Caramanica.

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