Nella giornata odierna, personale della polizia della questura di Enna (Divisione Anticrimine, coadiuvato dalla Squadra Mobile e dal commissariato distaccato di Leonforte) ha eseguito un decreto di sequestro di beni mobili, immobili e conti correnti, nei confronti di un uomo, residente in un comune della provincia ennese.

Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Caltanissetta – sezione Misure di Prevenzione, su richiesta congiunta del procuratore della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo nisseno e dal questore di Enna, a seguito di indagini di natura patrimoniale condotte nei confronti dell’uomo, sottoposto nel 2021 a custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, nell’ambito delle operazioni di polizia denominate “Caput Silente” ed “ Icaro”.

Condannato in primo grado a 10 anni di reclusione

La persona destinataria dell’odierna misura di prevenzione patrimoniale è stata condannata in primo grado alla pena di anni dieci di reclusione.

A riprova della sua pericolosità sociale, peraltro, nel corso delle indagini sono emersi concreti elementi in ordine alla programmazione da parte dello stesso, unitamente ad un altra persona, di un’azione punitiva con armi nei confronti di un presunto sodale per contrasti intervenuti nell’ambito della gestione del traffico e spaccio di stupefacenti sul territorio.

Le indagini patrimoniali hanno accertato discrepanze decisive

Le indagini patrimoniali hanno accertato che il prevenuto avesse nella sua disponibilità un patrimonio sproporzionato rispetto alla sua capacità economica lecita e a quella del suo nucleo familiare, verosimilmente di provenienza illecita in quanto derivante dalla suddetta attività di traffico di sostanze stupefacenti.

Il sequestro

Il sequestro, finalizzato alla confisca dei beni, ha riguardato nel dettaglio due terreni, due autovetture, un conto corrente ed un conto deposito.

La sottrazione di tali beni risulta di fondamentale importanza nella lotta alla mafia e la proposta di sequestro congiunta a firma procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta – questore di Enna è la dimostrazione di come anche l’azione repressiva in materia patrimoniale costituisca una delle priorità dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata.