Adescava ragazze con problemi di handicap cognitivo, le attirava in una vera e propria trappola per poi abusarne sessualmente. E’ questa l’ipotesi investigativa della Procura di Enna formulata nei confronti di un giovane di Nicosia che adesso si trova agli arresti domiciliari con la pesantissima accusa di violenza sessuale aggravata. Le manette sono scattate all’alba di oggi dopo l’intervento dei carabinieri della compagnia di Mistretta. Secondo quanto accertato il ragazzo avrebbe abusato di loro e sarebbero due sino ad ora le diverse vittime individuate, tra cui una di loro pure minorenne.
La partenza dell’indagine
L’indagine scaturisce dalla segnalazione da parte del dirigente di un istituto scolastico che aveva rappresentato ai carabinieri di avere sospetti che una sua alunna minorenne affetta da deficit cognitivo fosse stata vittima di abusi sessuali. Avviate le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Enna, Daniela Rapisarda, i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Mistretta, coadiuvati da esperte psicologhe, hanno accertato che effettivamente il giovane aveva attirato, con l’inganno, la minore sulla propria autovettura e, condotta in un luogo appartato, ne aveva abusato sessualmente.
L’altro abuso
La vicenda, già drammatica di per sé, assumeva contorni ancora più inquietanti quando i carabinieri, nel corso dell’attività investigativa, accertavano che, verosimilmente, il giovane aveva abusato anche di una seconda ragazza anch’essa affetta da deficit cognitivo. I successivi riscontri effettuati dai militarti dell’Arma hanno confermato che il giovane aveva violentato, attirandola in un posto appartato, anche la seconda ragazza. Per timore, gli episodi di violenza sessuale non sono stati esternati dalle vittime alle rispettive famiglie.
L’attività della Procura
Accertati i fatti il pubblico ministero titolare delle indagini, Daniela Rapisarda, ha richiesto al gip del tribunale di Enna, Giuseppe Noto, una misura cautelare a carico del giovane. Il giudice, dopo aver accolto la richiesta del pm, ha disposto la misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari a carico dell’indagato, ritenuta idonea a fermare la “tendenza dell’indagato ad adescare vittime vulnerabili allo scopo di soddisfare le proprie pulsioni sessuali”.
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