Oltre tremila precari in attesa di stabilizzazione, altri tremila disoccupati, 15 mila infermieri di ruolo alle prese con le mille difficoltà legate alla carenza di personale nei reparti. Per questo “bisogna sbloccare subito le assunzioni anche a tempo e non solo nelle aree a rischio. Ci sono pericoli per la salute dei pazienti”. È il grido d’allarme lanciato da Francesco Frittitta, segretario regionale del Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche.
Si parlerà anche di questo domani a Pergusa, nell’Ennese, in occasione del terzo convegno regionale del sindacato per discutere dei problemi del settore alla presenza delle istituzioni.
Tra i primissimi interventi quello di Ignazio Tozzo, dirigente generale del dipartimento delle Attività sanitarie. A seguire parlerà Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind. Tra i dirigenti del sindacato interverranno Osvaldo Barba, Salvatore Vacaro, Milko Pavone, Ivan Alonge.
L’incontro servirà a fare un punto sulla riorganizzazione del sistema sanitario cui è legato il problema della carenza di personale negli ospedali. “Ogni ulteriore ritardo – dice Frittitta – determina un aumento degli eventi critici. Ricordiamo che secondo studi dell’Ocse, il rapporto tra medici e infermieri deve essere almeno di 3 infermieri ogni medico, mentre in Sicilia si stima che il rapporto sia di 0,8 medici per ogni infermiere, praticamente quasi uno a uno. Un altro studio realizzato invece dall’Università di Genova assieme a docenti italiani e della Pennsylvania University, ha chiarito che il numero massimo di pazienti che possono essere assegnati a ogni infermiere è sei. Per ogni ulteriore paziente aumenta del 7 % il rischio di mortalità legato a complicanze. In Sicilia siamo a una media di un infermiere ogni 11 pazienti”.
Dunque bisogna sbloccare le assunzioni anche a tempo determinato “e non solo per le aree critiche così come previsto al momento dal decreto. Tra l’altro dalla Regione rimandano a Roma responsabilità che invece sono della Sicilia. C’è una nota del ministero che dice che tocca alle regioni ridurre o accrescere il personale in determinati presidi. E siccome per la Regione il tetto di spesa è rispettato, cosa aspettiamo?”. Secondo Frittitta “dai commenti ufficiosi di manager degli ospedali emerge il rischio sull’operatività dei nosocomi dal prossimo anno se non si risolverà il problema del personale. I precari coprono i posti in dotazione organica, che non sono complete”.
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