Sebbene le farfalle siano un formato di pasta da molti considerato “vintage”, bisogna ammettere che, nel tempo, hanno mantenuto il loro fascino soprattutto se adeguatamente accompagnate da un condimento leggero e gustoso in grado di esaltarne la naturale “callosità” trasportandoci immediatamente in un’atmosfera di libertà e spensieratezza come ci suggerisce, appunto, un battito d’ali di farfalla.
In effetti ne è passato di tempo da quando dalle cucine degli chef degli anni ’80 venivano “portate in trionfo” enormi pirofile di ceramica bianca colme delle classiche farfallette al salmone, piatto divenuto simbolo di quel periodo, demonizzato nel tempo poiché osava accostare la panna, considerata una facile scorciatoia utilizzata da tanti “finti chef”, al salmone, pesce che, a fronte di tante specie tipiche del mare Mediterraneo, risultava alquanto inadeguato.
Per non parlare del fatto che le stesse farfalle venivano spesso utilizzate nelle, altrettanto detestate, insalate di pasta in cui la temperatura “fredda”di consumazione, unita spesso alla scarsa qualità degli ingredienti, dava come risultato quello che oggi Bruno Barbieri, il noto chef stellato giudice di Masterchef, definirebbe, a ragione, “mapazzone” ovvero un piatto dal gusto indecifrabile il cui boccone si fa fatica a mandar giù.
Per questo motivo l’uso delle farfalle, in passato considerate un formato di pasta indispensabile e necessario in qualsiasi dispensa che si rispetti, sono cadute in disuso, sopraffatte da altri formati di pasta considerati più “alla moda”.