Non si è ancora spento l’allarme destato dal forte terremoto che ha investito tutta la Sicilia orientale appena due giorni fa che la terra torna a tremare nel messinese.

Una scossa di magnitudo 3.3 è stata registrata in mare, nello Stretto di Messina. Il sisma è stato rilevato dagli strumenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nella notte, alle 2.38, a una distanza di circa dieci chilometri dalla costa di Giardini Naxos e undici da Taormina e e Letojanni, nel Messinese.

Il nuovo evento sismico è stato localizzato a una profondità di otto chilometri. Nessuna conseguenza è stata segnalata da parte della popolazione.

In meno di due mesi sono almeno una quarantina gli eventi rilevanti, metà dei quali avvertiti dalla popolazione e almeno tre che hanno causato panico se non danni. L’ultimo l’allarme la forte scossa avvertita due giorni orsono da metà dei siciliani.

Ma lo sciame sismico di ieri l’altro è soltanto l’ultimo di questi mesi. Un terremoto 2.2 era stato registrato per Sant’gata nel catanese; una scossa nello ionio il 30 gennaio; fra Palermo e Caltanissetta il 23 gennaio; alle isole Eolie il 21; un altro forte nelSiracusano il 13; nel Messinese il 5; a Pantelleria il 2 gennaio sena dimenticare il terremoto delle feste, quello del 20 dicembre che nel Palermitano che ha creato parecchio allarme soprattutto nei comuni della provincia e della fascia costiera.

Una lunga lista che in meno di due mesi crea tensione anche se gli esperti continuano a rassicurare sul fatto che diverse sono le faglie, che i terremoti non seguono al conformazione territoriale a noi nota ma faglie sotterranee che superano i confini di comuni, province e paesi e anche se localizzati in Sicilia sono claddificabili diversamente fra loro, soprattutto per quanto riguarda il Palermitano e l’area orientale dell’isola

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