La Guardia di Finanza ha sequestrato a Messina 318 Kg di artifizi pirotecnici, detenuti illegalmente e posti in vendita nonostante le restrizioni conseguenti all’emergenza epidemiologica, e ha denunciato 2 persone per detenzione e commercio abusivo di materiale esplodente. In un sottoscala di una palazzina di edilizia popolare, nel quartiere di Fondo Fucile, i finanzieri hanno trovato circa 8.000 articoli pirotecnici, la maggior parte di origine cinese. Tra il materiale esplodente sequestrato – dice la Guardia di Finanza – sono stati trovati pericolosissimi petardi artigianali che rientrano, nella classificazione degli articoli pirotecnici, tra i fuochi d’artificio che presentano un rischio potenziale elevato e che sono destinati ad essere usati esclusivamente da persone con conoscenze specialistiche, Inoltre parte degli articoli sequestrati, pur conformi alle vigenti erano conservati in maniera irregolare, con grave rischio per l’incolumità pubblica.

A Natale un sequestro analogo da parte della polizia era stato effettuato a Palermo tra un garage dello Sperone e un’ex fabbrica dismessa a Bolognetta.

La polizia ha denunciato F.L. e B.C., due uomini di 32 e 47 anni, per il reato di fabbricazione e detenzione di materiale esplodente, togliendo dal mercato illegale decine di confezioni di petardi, fontane, razzi, “cipolle” e altro ancora per un peso complessivo di 120 chili.

Il deposito è stata rintracciato dagli agenti del commissariato Brancaccio lungo la strada che collega Misilmeri a Bolognetta. All’interno di una ex fabbrica dismessa nel 2010, in contrada Balistreri, la polizia ha trovato e sequestrato 65 chili di materia pirica con un’alta capacità di infiammarsi.

Al termine degli accertamenti gli agenti hanno identificato e denunciato un 47enne di Misilmeri, B.C., riconducibile a una ex fabbrica specializzata della zona che in passato produceva e riforniva mezza provincia anche per feste ed eventi pubblici.

A Catabia, invece, gli artificieri dei Carabinieri provano a dissuadere dall’uso dei fuochi pirotecnici spiegandone i rischi