Il sindaco di Messina prepara l’ordinanza per ripartire: “Non siamo carne di porco. Pretendo restrizioni differenziate per regioni”. Lo dice un Cateno De Luca deluso dalle decisioni del presidente del Consiglio Conte che ha proposto la ricetta del Governo per la gestione della Fase 2 dell’emergenza da Covid19. Anche il primo cittadino messinese ha voluto dire la sua.

Secondo De Luca il dpcm di Conte sarebbe “figlio del vorrei ma non posso, grazie a una decisione non presa”. Per questo il sindaco ha deciso proporre a Conte il proprio piano partendo dalle precondizioni per ripartire, ovvero “prendere atto della diffusione epidemiologica su tutto il territorio nazionale. “C’è una chiara distinzione territoriale che deve essere presa in considerazione – dice -. Quindi, alla luce di ciò, occorrono norme restrittive al centro-nord (in particolare Lombardia e Piemonte) e più flessibili per le regioni del sud, in cui il contagio è sotto la media nazionale, stabilendo comunque il criterio di libertà vigilata”.

De Luca propone di dare mandato a ogni regione e comune di definire il dettaglio amministrativo di tali norme generali e sottolina che il meridione e la Sicilia, fatta di Pmi hanno chiuso perché non avevano la possibilità di lavorare in deroga. “Se fossi io il Presidente del Consiglio autorizzerei i sindaci a fare accordi con i commercianti affinché non solo sia dato gratuitamente il suolo pubblico ma consentirei anche l’istallazione di bagni chimici uomo/donna in modo tale che si possano garantire le condizioni igienico-sanitarie, in deroga alle norme previste dai regolamenti. Darei quindi questo potere ai sindaci, non per 15 giorni, ma per un arco temporale ben preciso e più dilatato: sino al 31 ottobre”.

“Se fossi il presidente del Consiglio – sottolinea il sindaco peloritano – farei una norma per i comuni, ovvero tutti quelli che hanno la possibilità di sostenere le riduzioni o meglio le esenzioni di tutti i tributi locali lo possono fare, anche subito. Cosa che adesso non può essere fatto perché manca una norma dispositiva che ci svincola dalla possibile contestazione di danno erariale. Farei un bel decreto legge che va in deroga a tutta una serie di norme – comprese quelle per gli Enti locali – che quindi agevola l’iter burocratico e tributario”.

De Luca propone inoltre l’istituzione di un database nel quale vengano inseriti tutti i dati delle attività economiche, grazie al quale vengano introdotta disciplina, anche con il sistema delle prenotazioni. “In base ai limiti che ogni attività dispone, si potrà stabilire quante persone possono prenotare contemporaneamente, pur garantendo le distanze di sicurezza. Chiunque vuole riaprire la propria attività può farlo a queste condizioni. Per gli esercenti che trasgrediscono si corre il rischio di sospensione dell’attività. Quindi le prenotazioni diventano una precauzione imprescindibile per la ripartenza”.

De Luca poi propone mascherine obbligatorie, distributori automatici all’interno delle attività commerciali che permettano il rilascio di mascherine al costo di 50 centesimi e l’introduzione obbligatoria del dispenser in ogni locale commerciale, per permettere la sanificazione della mani. “Se sto avanzando tali proposte è anche per colpa delle omissioni del Presidente Musumeci, il quale non riesce a imporre i nostri diritti a Roma – conclude De Luca. Al contrario di altri governatori d’Italia – vedi quello della Regione Liguria – che con proprie ordinanze hanno aperto mercati, cimiteri, hanno aperto tutto, noi siamo in una sorta di limbo che sta uccidendo la nostra economia. Cosi come altri governatori – vedi quello della Sardegna – hanno utilizzato l’idea della nostra banca dati, grazie alla quale chi vuole entrare si deve prenotare 48 ore prima”.

De Luca annuncia un’ordinanza. “Per condividerla invierò copia al Prefetto, in modo da scongiurare che scoppi la rivoluzione in tutto il Meridione, perché essere trattati così, come carne da porco non è giusto. Non sono disponibile a essere trattato così, nè da Conte nè da Musumeci. Se serve, sono pronto anche a rischiare di essere dichiarato decaduto dalla carica di Sindaco, ma comunque, visto che non lo fa Musumeci, chiederò a Conte di rimangiarsi la porcheria che ha servito agli italiani il 26 di Aprile, non differenziando le misure per le varie regioni, in relazione soprattutto a quelle del meridione. Questa guerra non è finita, se ci rilassiamo, il virus ci ammazza. Con il buon senso saremo noi a prevalere”.