Al presidente del Consiglio ha chiesto di applicare in Sicilia il metodo Ponte Morandi ovvero un sistema di commissariamento che velocizzi ogni opera per risolvere i problemi in tempi rapidi e raggiungere gli obiettivi ma ha anche detto chiaramente che questo decreto sulla Fase 2 è penalizzante per le aree a basso contagio. Di fatto le norme uniformi su tutto il territorio nazionale sono illogiche perchè la situazione non è uguale a Palermo e a Bergamo.
Sono solo alcune delle cose che il governatore siciliano Nello Musumeci ha detto al Premier Conte durante la cabina di regia che precedeva l’emanazione del decreto sulla fase 2. Per questo motivo in un primo tempo Musumeci si era detto d’accordo proprio sul decreto ma poi, dopo averne letto il contenuto ha cambiato idea. Il governatore non lo dice in maniera chiara ma appare evidente che le indicazioni venute dalle regioni a basso contagio no sono state ascoltate.
Di fatto quello che è avvenuto, è il sospetto che agita i governatori del Sud, è stato uniformare i provvedimenti bloccando la Sicilia e la Calabria, solo per fare un esempio, esattamente come la Lombardia, il Veneto e la Toscana che sono, invece, a maggior rischio. In questo modo si impedisce al Sud di far ripartire le proprie produzioni e dunque di recuperare qualche punto di Pil che riavvicinerebbe il Mezzogiorno d’Italia al Nord del Paese.
Insomma l’aver contenuto il contagio nel Meridione potrebbe diventare una occasione per restringere la forbice da sempre esistente fra le due macro aree del Paese ma lo si è voluto deliberatamente evitare a costo di pagarne il prezzo in termini di pil anche globalmente come Italia.
“Nel corso della cabina di regia tenuta in videoconferenza – aveva detto chiaramente già domenica pomeriggio Musumeci durante la diretta di BlogSicilia da Casa Minutella – ho detto al premier Conte che in Sicilia abbiamo bisogno di potere spendere presto e bene le risorse finanziarie che già ci sono. Per questo ho chiesto di applicare nell’Isola il metodo utilizzato nella vicenda del Ponte Morandi. La stesse deroghe e gli stessi poteri straordinari che sono state previsti per il ponte Morandi potrebbero consentire nella nostra regione l’apertura, nel giro di pochi mesi, di tanti cantieri in grado di realizzare infrastrutture importanti e di dare lavoro”.
Ma a diventa più difficile e riguarda anche le libertà personali e Musumeci vuole fare squadra per ottenere modifiche al decreto sulla Fase 2 dopo che, nella medesima diretta, aveva detto che sembrava che il confronto governo regioni fosse avviato su una base di correttezza.
“Ci aspettavano una maggiore apertura e meno contraddizioni – ammette adesso Musumeci che vuole fare fronte comune con le altre regioni – le misure che possono andare bene per il Nord non vanno bene al Sud e viceversa. La Sicilia ha un tessuto produttivo formato all’80% da piccole e medie imprese e di questo occorre tenere conto”.
Ma per poter fare fronte comune e ottenere qualcosa dal governo centrale occorre, prima, che i governatori delle Regioni trovino un accordo fra loro per portare istanze condivise e forti. Un accordo che ancora non c’è.
E questa mattina a radio Uno il governatore ha aggiunto altro “Se arriviamo entro il mese di maggio a zero contagi noi chiederemo al governo nazionale di riaprire la Sicilia – ha detto Musumeci – perchè vogliamo capitalizzare questo risultato che è frutto di un gioco di squadra con una programmazione sana e improntata sulla chiusura. Pensiamo che la Sicilia possa giocarsi una bella partita nel settore del turismo: questo tasso assolutamente basso del contagio può consentire una certa sicurezza almeno per un turismo locale che muove comunque alcuni milioni di persone. Stiamo consentendo agli stabilimenti di fare la manutenzione e regaliamo alcune notti in albergo e visite guidate”
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