I Carabinieri del ROS di Messina, con il supporto del locale Comando Provinciale dell’Arma, hanno eseguito un decreto di confisca di beni emesso dal Tribunale di Messina – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia peloritana. Nel mirino è finito un esponente di spicco della storica cosca mafiosa barcellonese denominata “dei barcellonesi”, articolazione territoriale di Cosa Nostra in provincia di Messina. Si tratta di un soggetto arrestato nel recente passato nell’ambito dell’operazione “Gotha IV” condotta dal ROS sotto il coordinamento della DDA messinese.
La condanna e gli accertamenti patrimoniali
Il soggetto colpito dal sequestro è stato condannato in via definitiva nel 2017 a 6 anni e 8 mesi, oltre che per il reato di associazione di tipo mafioso, anche per una specifica estorsione ai danni di un imprenditore locale e per episodi di fittizia intestazione di beni. Gli accertamenti patrimoniali eseguiti dai militari specializzati in crimini mafiosi hanno permesso di appurare come il l’uomo avesse nel tempo accumulato ricchezze sproporzionate rispetto ai redditi ufficialmente dichiarati da lui e dai suoi familiari.
I beni confiscati
Il provvedimento di confisca ha riguardato due immobili situati a Barcellona P.G., ossia un appartamento ad uso civile abitazione e un magazzino adibito a deposito, per un valore complessivo stimato di oltre 65 mila euro.
Bancarotta e riciclaggio all’ombra del clan, 10 misure cautelari
Bancarotta e riciclaggio all’ombra del clan mafioso e per garantire gli interessi della cosca. Nei giorni scorsi oltre 60 finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, hanno dato esecuzione, nella provincia di Catania, a un’ordinanza con cui il G.I.P. presso il locale Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, ha disposto misure cautelari personali e reali nei confronti di 10 persone indagate, a vario titolo, per di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio, aggravati dal metodo mafioso e dal fine di agevolare l’associazione mafiosa “PILLERA-PUNTINA”.
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