Dopo otto mesi di arresti domiciliari, Maurizio Croce, ex commissario regionale al dissesto idrogeologico, torna in libertà. Croce, già assessore regionale al Territorio, consigliere comunale e candidato sindaco a Messina, era stato arrestato a marzo nell’ambito dell’inchiesta per corruzione legata all’appalto per i lavori al torrente Bisconte e altre opere nella città dello Stretto. Il Tribunale ha accolto la richiesta di patteggiamento presentata dai suoi legali, condannandolo a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Questa decisione si discosta da quella del giudice per le indagini preliminari, che aveva inizialmente respinto la richiesta.
Anche i collaboratori di Croce patteggiano
Anche Francesco Vazzana, collaboratore e amico di Croce, ha patteggiato una pena di 3 anni, che sconterà con i lavori socialmente utili. Rossella Venuti, segretaria del commissario, ha invece patteggiato a 2 anni. Con queste condanne, i principali protagonisti dell’inchiesta della Guardia di Finanza escono dal processo.
L’inchiesta partita dalle dichiarazioni di un imprenditore
L’indagine, coordinata dalla Procura guidata da Antonio D’Amato e condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina, ha preso avvio dalle dichiarazioni dell’imprenditore ed ex sindaco di Maletto, Giuseppe Capizzi, anch’egli imputato, che ha patteggiato a 2 anni. L’inchiesta ha portato alla luce un sistema di corruzione legato all’appalto per la riqualificazione del torrente Bisconte Catarratti e al finanziamento illecito di attività politiche, inclusa la campagna elettorale di Croce per il Comune di Messina.
Il processo continua per gli altri imputati
Per gli altri imputati, il processo proseguirà il 28 gennaio. Il Tribunale dovrà esaminare le accuse a loro carico, che riguardano i rapporti con Croce, sia nella sua veste di commissario al dissesto idrogeologico, sia come candidato sindaco. Tra i reati contestati figurano corruzione, finanziamento illecito ai partiti, truffa e tentata truffa. L’indagine iniziale era scaturita da un controllo disposto dal Prefetto di Messina ed eseguito dal Gruppo Interforze, ai sensi dell’art. 93 del Testo Unico Antimafia, presso il cantiere dei lavori di “riqualificazione ambientale e risanamento igienico dell’alveo del torrente Cataratti – Bisconte e opere varie nel Comune di Messina”. Gli approfondimenti investigativi, condotti dalla Guardia di Finanza sotto il coordinamento della Procura, hanno rivelato il coinvolgimento di componenti della stazione appaltante in accordi illeciti con l’impresa esecutrice dei lavori.






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