Si interviene per la messa in sicurezza e la riqualificazione ambientale in due zone della Sicilia: nell’area costiera di Lipari, nelle Eolie e a Galati Mamertino nel Messinese. Lo annuncia il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, nella qualità di commissario dell’Ufficio contro il dissesto idrogeologico.

La Silem di Villa San Giovanni si è infatti aggiudicata – per un importo di un milione e 242 mila euro – la gara per i lavori di riequilibrio litoraneo e protezione della spiaggia in località Canneto, la frazione di Lipari nelle Eolie che con i suoi 2.500 abitanti è la più grande e popolata dell’isola. Insieme a quella di Acquacalda, la zona risulta la più esposta alle mareggiate, che hanno causato non solo un sensibile arretramento della linea di riva e notevoli disagi alla viabilità principale, ma anche ingenti danni e pericoli per l’incolumità dei residenti al punto da richiedere l’intervento della Protezione civile regionale.

L’opera, che rientra in un progetto più ampio su tutto il litorale portato avanti dalla struttura commissariale coordinata da Maurizio croce, consiste nel ripascimento artificiale e nella realizzazione di una barriera in massi naturali disposti a strati, oltre a una scogliera finalizzata a garantire adeguate condizioni di sicurezza a fronte delle mareggiate estreme.

Risale, invece, al 2012 la frana che si registrò sul costone di roccia sottostante il castello di Galati Mamertino, nel Messinese. I grossi massi che si staccarono dalla parete furono bloccati da alcune reti posizionate in precedenza e che impedirono un disastroso impatto su alcune abitazioni e sulla strada sottostante attraverso la quale si accede al paese dei Nebrodi. La situazione di pericolo, nonostante siano passati sette anni, permane ma adesso si potrà procedere con un intervento di consolidamento che scongiuri ulteriori cedimenti.

L’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, diretto da Maurizio Croce, ha affidato i lavori alla Mico di Mussomeli che se li è aggiudicati per un importo di oltre 780mila euro. In questi anni, anche dopo quel primo crollo si è ripetuta più volte una caduta di massi, anche di grosse dimensioni. L’intero versante, ormai, va considerato ad alto rischio e le opere di messa in sicurezza per garantire l’incolumità dei cittadini non possono più attendere.

Già a inizio estate, dunque, una squadra di rocciatori dovrebbe cominciare a ispezionare palmo a palmo la parete per individuare le zone di maggiore instabilità che richiederanno azioni di disgaggio, di frantumazione e di sigillatura delle lesioni. Si procederà, poi, con la collocazione di reti metalliche e di una nuova rete paramassi a completamento di quella già esistente. E’, inoltre, prevista la realizzazione di drenaggi per limitare l’impatto delle acque piovane, responsabili dei fenomeni di dissesto.

Sono numerosi gli interventi contro il dissesto idrogeologico coordinati dall’ufficio speciale della Regione in questi mesi

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