Arrivano le reazioni dell’Asp di Messina in seguito all’operazione di questa mattina della Guardia di Finanza, che ha arrestato un medico della Asp e un farmacista e notificato la sospensione dalla professione per un anno ad altri 5 medici di base accusati di una maxi truffa all’azienda sanitaria messinese.
L’operazione Apotheke è stata coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale dello Stretto guidata dal procuratore Maurizio De Lucia. I reati contestati ai 12 indagati vanno dall’associazione per delinquere, alla truffa aggravata, al falso ideologico, all’esercizio abusivo della professione, alla somministrazione di morfina senza la prescrizione.
Le indagini sono partite da una denuncia che segnalava alcune irregolarità circa l’emissione di prescrizioni mediche per l’acquisto di farmaci molto costosi nei confronti di cittadini che avevano l’esenzione dal ticket.
Paolo La Paglia, direttore Generale Asp di Messina, ha espresso soddisfazione in seguito agli arresti di questa mattina, dichiarando che L’Asp “porrà immediatamente in essere ogni procedura conseguenziale e si costituirà parte civile nel relativo procedimento giudiziario”. Alle indagini delle Fiamme Gialle ha collaborato anche l’azienda sanitaria. “Tuteleremo i cittadini assistiti dai Medici interessati dai provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria senza interrompere l’attività sanitaria, in un momento di grande emergenza collettiva quale è quella attuale”, ha aggiunto La Paglia.
Secondo gli investigatori, le prescrizioni eseguite di medici venivano portate poi a rimborso dai farmacisti che avevano venduto le medicine. Dalle indagini è emerso che le prescrizioni mediche anomale venivano utilizzate per acquisti effettuati quasi esclusivamente in un’unica farmacia territoriale dell’ASP di Messina della zona sud della città. La Finanza ha acquisito documentazione sanitaria e sequestrato numerose ricette mediche in vari uffici Azienda Sanitaria scoprendo l’esistenza una organizzazione criminale, composta dal titolare della farmacia, due dipendenti, dalla madre del farmacista e da un medico di base dell’ASP, che commetteva truffe per avere rimborsi pubblici.
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