Faraone: Ponte sullo Stretto? Sono convinto che avremo il via libera

  • Faraone: “si stanno per concludere i lavori della Commissione tecnica insediata al Ministero delle Infrastrutture”
  • Il Ponte non è stato inserito tra le opere del Recovery fund ma potrà essere realizzato anche col project financing
  • L’opera costa più di quattro miliardi, ma potrebbe generare un flusso economico di almeno 50 miliardi in venti anni
  • Per l’esponente di Italia viva, il cantiere tra Scilla e Cariddi potrebbe avviarsi prima della fine di questa legislatura

Davide Faraone, senatore di Italia Viva, sostiene che  il Ponte sullo Stretto di Messina potrebbe ottenere il via libera della Commissione tecnica entro pochi giorni. Il progetto del collegamento tra Sicilia e Calabria non è stato inserito nelle opere previste dal Pnnr, il piano nazionale di rilancio e resilienza,  varato dal Governo Draghi per accedere alle risorse del Recovery Fund.

“Sono convinto che alla fine la scelta andrà nella direzione di realizzare il Ponte, credo sia inevitabile – spiega l’esponente di Italia Viva  – perché  si tratta di un’infrastruttura importante per il nostro Paese. Credo che questa Legislatura sarà quella che avvierà i  lavori per la costruzione del Ponte. Il governo Draghi ha il coraggio e la forza politica per far sì che quest’opera si realizzi”.

Una commissione per decidere il via libera al Ponte sullo Stretto di Messina

A che punto sono i lavori della Commissione? Nominata dall’ex Ministro De Micheli, la commissione nasce per fare chiarezza sul Ponte, per decidere quale possa essere la migliore forma di collegamento tra Sicilia e Calabria, valutando anche il rapporto tra costi benefici. Alla stessa commissione toccherà anche scegliere il progetto più idoneo. I risultati della Commissione verranno sottoposti al governo. “A quel punto, una volta che l’iter è tecnico sarà compiuto – spiega il senatore di Italia Viva – sarà il momento della scelta politica. Per questo sono ottimista. Sono convinto che i tempi siano strettissimi”.

Perchè il Ponte non è stato inserito nel Pnnr?: “La ragione è tecnica,  in quel piano ci sono soltanto le opere pubbliche che possono essere realizzate entro il 2026. Quel che conta è che il Ponte rientra tra le opere strategiche da realizzare. Anche con risorse nostre. C’è uno studio che parla di vantaggi economici per la Sicilia di quasi 50 miliardi in venti anni, rispetto a un costo di 4 miliardi. Ed è un’analisi credibile”.

“Draghi vuole far ripartire il Sud”

Secondo Faraone, il governo Draghi segna anche un cambio di passo  rispetto alla questione meridionale: “gli investimenti previsti nel Pnnr sono investimenti in grossa parte destinati al Sud. Da quel Piano manca il Ponte sullo Stretto di Messina. Ma come ho detto, quel  progetto dovrebbe ottenere il via libera a breve. D’altronde, Il salto di qualità vero la Sicilia lo compie soltanto se diventa una piattaforma logistica del Mediterraneo. Il Ponte sullo Stretto migliora i collegamenti verso la nostra isola e ci trasforma in una piattaforma sulla quale costruire ricchezza e migliorare la qualità della vita dei siciliani.  Con Draghi è cambiato in maniera radicale il modo d’agire. Si è introdotta la filosofia dell’aggressione del debito attraverso la crescita. Fattore che si realizza soltanto con un grande piano infrastrutturale. Il Pnnr vuole spingere in avanti l’economia del Sud, quella che in questi anni ha rappresentato il massimo dell’arretratezza nel nostro paese”.

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