Quella di fondo Curcuruto è una storia di mala burocrazia fatta di carte bollate, ricorsi e contenziosi che dura ormai da 34 anni e sulla quale ancora non si è riusciti a fare giustizia.

La vicenda, come racconta tempostretto.it, inizia nel 1984 quando una parte del fondo Curcuruto viene espropriato dal Comune di Messina che lo assegna a due cooperative. La famiglia avvia un primo contenzioso perché ritiene esigua la contropartita economica dell’esproprio. Con sentenza del 21 luglio 2017 viene stabilito il giusto compenso, ma ad oggi, dopo più di un anno, gli eredi non hanno ancora ricevuto nulla.

Nel frattempo, il 29 ottobre del 2008, un’altra parte del fondo viene messa sotto riserva decennale dal Comune e dallo Iacp per  costruire 61 alloggi popolari e 4 botteghe. Ma nel 2013 lo Iacp fa sapere di non essere più interessato al terreno ma il Comune si oppone e la famiglia è costretta a ricorrere al Tar.

Ma la beffa per Anna Curcuruto e per i familiari non si ferma qui. Loro, i legittimi proprietari, non hanno potuto disporre di quella parte di terreno mentre è accaduto che qualcuno, in maniera del tutto abusiva, abbia costruito su quella parte del fondo una stalla, alcune baracche e perfino coltivato un orto.

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