I Commissari liquidatori dell’ATM, l’azienda partecipata che si occupa del trasporto pubblico a Messina, presenteranno istanza di fallimento. La società è sulla via del tracollo finanziario. La decisione è stata presa dai Commissari dopo il dibattito e il conseguente voto in Consiglio comunale. Gli ammnistratori della partecipata non porteranno più avanti il piano di liquidazione. Il sindaco messinese Cateno De Luca, intanto, va su tutte le furie e annuncia una diretta Facebook per spiegare i retroscena della vicenda.

Secondo il primo cittadino, sarebbe in atto una sorta di vendetta nei suoi confronti da parte del Consiglio comunale in una vicenda della quale, secondo De Luca, doveva occuparsi la Procura di Messina. Secondo il vulcanico sindaco il Consiglio avrebbe operato con azioni di “cecchinaggio”.

“Il violento attacco ricevuto da CGIL e da UIL – continua De Luca – oltre che soprattutto dalla sfiducia che il Consiglio comunale ha espresso nei confronti del Piano di liquidazione, sono figli di motivazioni pretestuose, che non tengono conto della vera storia di ATM. Si sono concentrati solo sugli ultimi diciotto mesi di attività, come se ATM non fosse nata quasi trent’anni fa, con bilanci mai approvati dal 2002 e agendo per oltre quindici anni in violazione di legge”.

“L’azienda – conclude il sindaco peloritano – ha accumulato oltre 80 milioni di euro di debiti. Ribadisco che dal 2002 non ha bilanci approvati e che già dal 2009 – quindi dalla passata Amministrazione – doveva essere messa in liquidazione. La precedente Giunta ha dunque consentito che l’azienda continuasse ad operare nonostante nel 2012 era stata votata dal Consiglio comunale la messa in liquidazione. Quindi ha continuato ad operare in violazione di legge. Questa è la motivazione di fondo che ci ha spinto il 23 novembre 2018 a portare in Consiglio comunale la delibera di messa in liquidazione votata poi da 23 consiglieri comunali su 32”.

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