La forza, la tracotanza che acceca l’agire dell’uomo che va in guerra, il dolore, l’amicizia, le distruzioni che i conflitti seminano in maniera indiscriminata, la follia senza scrupolo ma anche la fiammella della speranza: la pietas, la compassione.
Sentimenti di ogni tempo che rivivono tutti nell’allestimento dell’Iliade realizzato dalla Compagnia Figli d’Arte Cuticchio andata in scena con grande successo di pubblico nella prima siciliana, lo scorso due settembre, al teatro Akrai di Palazzolo Acreide. Si replica domani, a Messina, al Museo Regionale alle 21.30. Lo spettacolo è promosso dall’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
“L’ira di Achille” ha coinvolto e partecipato il pubblico, come sempre eterogeneo, adulti, giovani e bambini hanno seguito le gesta di Achille, di Agamennone, di Ettore, la lealtà di Patroclo, il dolore del’anziano Priamo, padre colpito nei suoi affetti per la morte del figlio Ettore. Ma hanno visto anche la hybris di Achille piegarsi al dolore infinito, senza eguali, quello di un padre costretto ad assistere alla morte del figlio.
Un racconto dal ritmo incalzante realizzato da Mimmo Cuticchio, senza teatrino ma tutto sulla scena, con tutti i piani del racconto visibili al pubblico. Elemento fondamentale in questo viaggio narrativo, la musica composta per questo spettacolo da Giacomo Cuticchio. Ritmi incalzanti, note che raccontano e che scandiscono l’intreccio nelle sue fasi diventando parte integrante della narrazione.
Bravissimi tutti i protagonisti di questo spettacolo su tre livelli gli uomini-pupi, i sacerdoti-pupari e gli dei-attori. Marika Pugliatti, oltre a dare la voce ad alcuni personaggi femminili, interviene come dea. Sue sono le parti di Atena, Venere e Teti. Emanuele Salamanca, invece, costruttore di pupi di scuola catanese, si unisce alla compagnia per la manovra dei pupi a partire dall’indovino Calcante, Tania Giordano, coinvolta nel duplice compito di scenografa e costumista, si muove tra le quinte anche come maniante.
In questo allestimento tra tradizione e innovazione, solco che da sempre contraddistingue l’attività di Mimmo Cuticchio e della sua compagnia, l’opera dei pupi restituisce al grande pubblico quell’atmosfera senza tempo che fa sì che, oggi come ieri, il poema omerico continui a parlare, a raccontare non di un tempo che fu ma di un tempo presente.
Commenta con Facebook