Un militare della Guardia di Finanza di 65 anni  in pensione ha ucciso con alcuni colpi d’arma da aglio la moglie, di 61 anni, e poi si è tolto la vita. Il fatto è avvenuto nell’abitazione della coppia in contrada Acquasanta a Gioiosa Marea, un paese del litorale tirrenico messinese.

A dare l’allarme ai carabinieri, che si trovato sul posto, sono stati alcuni vicini di casa. Non si conoscono ancora altri dettagli della tragedia c he sembra, nelle prime fasi, l’ennesimo femminicidio finito, poi, con il suicidio.

Il fatto è avvenuto nell’abitazione della coppia in contrada Acquasanta a Gioiosa Marea, un paese del litorale tirrenico messinese. A dare l’allarme ai carabinieri, che si trovano sul posto, sono stati alcuni vicini di casa.

Morti marito e moglie

La vittima dell’uxoricidio è Febbronia Buttò, di 61 anni. Il marito omicida, che si è poi tolto la vita, è Tindaro Molica Nardo, di 65 anni, militare in pensione della Guardia di Finanza. Nell’appartamento della coppia in via Casani, all’ingresso del paese, sono in corso i rilievi del comando provinciale dell’Arma specializzato in investigazioni scientifiche.

Sul posto si trova anche il procuratore di Patti Angelo Cavallo, che sta coordinando le indagini. Secondo le prime testimonianze raccolte tra i vicini di casa i litigi tra i due coniugi, genitori di due figlie, sarebbero stati frequenti.

Secondo le prime testimonianze raccolte dai carabinieri le liti tra i due coniugi, genitori di due figlie, sarebbero state frequenti.

Poco più di un mese fa il duplice femminicidio di Catania

E’ passato appena un mese dal doppio femminicidio avvenuto nel Catanese. La Procura distrettuale di Catania, il 12 febbraio scorso, ha disposto il fermo per concorso in omicidio di Luciano Valvo, di 55 anni, nell’ambito dell’inchiesta sul duplice femminicidio di Riposto. Secondo l’accusa, con la sua Volkswagen Golf nera
avrebbe accompagnato Salvatore La Motta, che poi si è suicidato, sul luogo del delitto di Melina Marino, nel lungomare della città ionica.

Le indagini sull’uomo che accompagnò il killer

Il provvedimento si basa su indagini dei carabinieri della compagnia di Giarre e del nucleo investigativo
del comando provinciale di Catania. Valvo, bloccato da militari dell’Arma mentre stava abbandonando la propria abitazione, nell’interrogatorio davanti al sostituto procuratore si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo è stato condotto in carcere.

Il tremendo delitto

Si era presentato, a mezzogiorno, all’esterno della caserma dei carabinieri di Riposto, Salvatore La Motta, 63 anni, armato con una rivoltella, dicendo “mi voglio costituire”.

I militari, “tenendolo sotto tiro, hanno cercato di convincerlo” a lasciare l’arma e “non fare alcun tipo di gesto insensato, ma, purtroppo, è stato vano perché l’uomo si è puntato la pistola alla testa e ha fatto fuoco”. Così il comandante del reparto Operativo dei carabinieri del comando provinciale di Catania, il tenente colonello Claudio Papagno, parlando con i giornalisti davanti la caserma di Riposto.

La ricostruzione della tragedia

Le due vittime, Carmelina Marino, 48 anni, e Santa Castorina, 50 anni, ricostruisce l’ufficiale, sono state uccise, tra le 08.30 e le 10 di stamattina, “con un colpo di pistola al volto”. “La dinamica che potrebbe avere avuto con le due donne – aggiunge il tenente colonello Papagno – sono tutte in fase di accertamento. Indagini sono in corso per dare un movente. L’uomo era un pregiudicato che ha precedenti anche per associazione mafiosa. E per il primo delitto ha usato certamente un’auto”. L’ufficiale dei carabinieri sottolinea che stanno “sentendo diverse persone presenti sui luoghi dei delitti” che «stanno rilasciando dichiarazioni certamente utili”.

 

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