“Sono 54 anni che si parla del Ponte sullo Stretto, intanto parlarne è già costato agli italiani più di 300 milioni, una cifra già spesa. Per siciliani e calabresi è vitale: è vero che servono anche strade e ferrovie locali, però ogni anno non avere il ponte costa loro 6 miliardi di oneri aggiuntivi”. Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a Rtl 102.5. “Un collegamento stabile costa meno che non averlo. Per questo conto di avviare il progetto, già domani incontrerò i governatori di Calabria e Sicilia. Il mio è un bel ministero, un cantiere aperto vuol dire dare lavoro”, ha aggiunto.

Legambiente: “Non è un’operazione economica”

“Questa è l’unica volta in cui ci troviamo d’accordo con Vittorio Sgarbi”. Usa l’ironia il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, sulla questione del Ponte sullo Stretto di Messina ritornato prepotentemente di moda in questi giorni e oggetto di una polemica tra il sottosegretario alla Cultura e il ministro delle Infrastrutture e trasporti Matteo Salvini.
“Il nostro ragionamento – dice Ciafani, raggiunto telefonicamente alla manifestazione per la pace – è sull’opportunità politica di porre l’attenzione istituzionale, energie mentali e risorse economiche su un’opera che sarà anche conosciuta in tutto il mondo ma che non serve a calabresi e siciliani a muoversi come deve accadere in un Paese civile”.

Secondo il presidente di Legambiente il problema principale di un’opera così importante e onerosa «è che impegnerebbe risorse economiche che dovrebbero essere destinate in via prioritaria ai cittadini e ai turisti in maniera diversa in due Regioni dove ci si può spostare solo in automobile». Legambiente sottolinea che la questione economica è dirimente e viene prima di qualsiasi altra considerazione, anche a carattere ambientale. «L’opera è stata valutata diseconomica, tant’è che finora si è speso un miliardo di euro in studi di progettazione, ma negli ultimi 20 anni nessuno si è preso la briga di proporre un progetto attuativo. Prima del 2008 si disse che non c’erano i soldi – aggiunge – così come non ci sono oggi perchè giustamente il governo ha altre priorità, non per niente sono stati stanziati 30 miliardi di euro per aiuti a famiglie e imprese”.

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