Si terrà domani a Messina il flash mob relativo al Ponte sullo Stretto.
Alla viglia dell’appuntamento, interviene sulla questione, Ferdinando Rizzo, presidente di Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno, che ha organizzato l’evento.
Scrive in una lunga nota Rizzo: “Venerdì 31 luglio alle ore 10 una ventina di associazioni, partiti, movimenti di varie estrazioni, organizzano una prima manifestazione, un flash mob in piazza Unione Europea a difesa del Sud. Indosseranno magliette bianche in segno di resistenza, di pulizia e di azione. Sarà l’inizio di una mobilitazione permanente con l’obiettivo di una “insurrezione” pacifica di un sud che non vuole essere rappresentato da chi persegue una conservazione del degrado esistente.
Vogliamo dall’Europa ciò che l’Italia ci ha impedito in 160 anni di storia. Al centro nord corre l’alta velocità a 300 chilometri orari, qui in Sicilia binario unico quello dei Savoia del 1900. Al nord il progresso, i tunnel del Brennero, del Frejus, del San Gottardo, del Monte Bianco, del San Bernardo per collegare i territori ed evitare l’accerchiamento delle Alpi. E poi varianti, passanti, valichi, pedemontane, trafori, quarte corsie, Gronda di Genova, Expo, Olimpiadi.
Non solo: oltre 61,5 miliardi vengono sottratti al SUD ogni anno dai livelli essenziali delle prestazioni, dalla sanità alla ricerca, dai servizi universitari alle case popolari, dalla scuola alle infrastrutture, dai teatri agli asili nido: 840 miliardi in 18 anni.
Le partecipazioni statali di Anas, Ffss, Fintecna, Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti investono da due decenni solo al centro – nord spingendosi al massimo sino alla Campania ma elidendo dalla cartina geografica Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Da due anni usano il SUD con una politica clientelare senza precedenti con il sistema parassitario del “Reddito di Cittadinanza” che obbliga i terroni MERIDIONALI a non lavorare per essere assistiti. Altro che pacco di pasta, voti comprati a caro prezzo: 12 miliardi in soli 2 anni.
Scandaloso che i parlamentari del M5s – il più grande partito conservatore mai esistito in Italia, che al sud ha ottenuto anche il 55% dei consensi – votino in Parlamento per le pedemontane, la Tav di 56 chilometri del Frejus da 12 miliardi, la Tav Brescia – Verona o Verona – Fortezza, nazionalizzino Alitalia costata sinora 13 miliardi, impegnino Cassa Depositi e Prestiti, cioè i soldi dei pensionati del sud, per le grandi infrastrutture del Nord, votino una legge speciale per Genova per la ricostruzione in un anno del ponte Morandi, e lascino la Sicilia e la Calabria in condizioni vergognose impedendo il completamento del corridoio Salerno – Palermo di 550 chilometri e non estendendo le leggi speciali per il viadotto Ritiro i cui lavori di messa in sicurezza durano da 8 anni o per la Palermo Catania.
L’Europa mette a disposizione 209 miliardi. Con appena 17 miliardi può essere realizzata la tratta Salerno – Palermo (su stima Ffss) ad alta velocità da 300 chilometri orari e con appena 5 miliardi si potrebbe costruire il ponte sullo Stretto con tutte le opere già previste nel progetto definitivo, dando lavoro a oltre 9.000 persone solo nella fase di costruzione e una implementazione straordinaria turistico commerciale al termine dei lavori, potendo i porti siciliani intercettare una parte delle merci in entrata dal canale di Suez che oggi finiscono in Olanda e Germania.
Il vero dramma sono i nostri parlamentari meridionali del M5s etero diretti da un capo genovese come Beppe Grillo e lobomotizzati dalla Casaleggio e Associati, sede di Milano, educati a ripetere che il ponte, l’alta velocità, le grandi opere, le infrastrutture a lunga percorrenza al SUD E SOLO AL SUD sono inutili e costruirli è uno spreco anche quando sono gratis. Il M5s ha una sola possibilità di sopravvivenza: pretendere per il meridione l’equità sociale e territoriale, lo sviluppo, l’occupazione: se proseguiranno sulla strada della decrescita infelice, limitandosi alla conservazione/manutenzione dell’esistente, il loro destino sarà segnato per sempre e saranno ricordati tra coloro che per incompetenza e mancanza di visione, hanno contribuito all’inesorabile sconfitta del popolo meridionale”.
“Domani, al Flash mob per le infrastrutture a Messina, saremo presenti con entusiasmo assieme tanti fra dirigenti e militanti di Forza Italia a Catania e provincia. La crisi scatenata dalla pandemia, se saputa affrontare, può diventare un punto di svolta per l’economia e la nostra realtà sociale. Ecco perché gli investimenti azionati dalla risposta all’emergenza, come il Recovery Fund, devono indirizzarsi al Mezzogiorno e soprattutto alle infrastrutture, la prima leva per la modernizzazione del Paese. Di ciò i cittadini stanno prendendo sempre più coscienza, così come della necessità storica del Ponte sullo Stretto. Da sempre Forza Italia è in campo per costruire l’opera che sarebbe il simbolo di un nuovo miracolo italiano”.
Lo affermano l’on. Marco Falcone, Massimo Pesce e Benedetto Torrisi, commissario, vice commissario e portavoce di Forza Italia a Catania e provincia, preannunciando la partecipazione del partito alla mobilitazione indetta per domani a Messina dalla Rete civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno.
“Fare il Ponte – proseguono Falcone e Torrisi – significherebbe azionare un intervento pubblico miliardario, con enormi ricadute economiche e occupazionali, proprio nel cuore del Sud Italia, fra Sicilia e Calabria. Un progetto che darebbe un fortissimo impulso alla riduzione del divario economico e infrastrutturale fra il Mezzogiorno e il resto d’Italia”.
“Fratelli d’Italia è da tempo con convinzione a favore della realizzazione del ponte sullo Stretto, e i finanziamenti del Recovery fund sono un’occasione unica che non va sprecata. E occorre partire al più presto, senza tentennamenti o rinvii”.
Lo dice il capogruppo di FdI Elvira Amata, delegata del presidente dell’ARS con funzione di presidente nella Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell’area dello Stretto.
Amata domani interverrà a Messina al flash mob per sollecitare la costruzione del ponte e delle infrastrutture connesse alla mega opera, insieme al deputato nazionale di Fratelli d’Italia Carmela Ella Bucalo.
“Ora che anche il governo romano, seppur timidamente, apre a questa essenziale infrastruttura, per la piena realizzazione dell’alta capacità occorre riaprire i cantieri. Ricordo che il Corridoio Berlino-Palermo era uno degli assi prioritari del Trans European Network varato dall’Unione Europea, e avrebbe avuto un ruolo fondamentale per le comunicazioni e i collegamenti tra il Sud Europa e il Mediterraneo con l’Europa centrale e orientale, intersecando l’altro asse, il Corridoio Lisbona-Kiev. L’alta capacità oggi si ferma a Salerno – ha concluso Amata – facciamo che finalmente arrivi in Sicilia, e prosegua nelle due direttrici di Palermo e Augusta”.
All’iniziativa parteciperà anche Confindustria Siracusa. “Se non ora quando? Parliamo della prima grande mobilitazione dei siciliani per un opera che coinvolge tutto il Paese e che l’Europa vuole con il corridoio 7 che unisce il Mediterraneo all’Europa. Una mobilitazione – dice Diego Bivona, Presidente di Confindustria Siracusa – che si deve allargare a macchia d’olio all’intero Paese sull’esempio di analoga manifestazione fatta per la TAV della Lione-Torino. Aderiamo alla petizione lanciata da movimenti e gruppi politici trasversali di Sicilia e Calabria che domani a Messina terrà un flash mob per sostenere la realizzazione del Ponte sullo stretto”.
“Invitiamo tutti i siciliani ad aderire alla petizione – dice Diego Bivona, Presidente di Confindustria Siracusa – per fare arrivare forte al Governo la richiesta di disporre dei fondi del Recovery Fund per investimenti strutturali che siano moltiplicatori di sviluppo a cominciare dal Ponte sullo Stretto opera fondamentale per colmare il divario Nord Sud. Per noi il tema centrale che ci riguarda da molto vicino e che ho sollevato più volte in sedi diverse è quello della “continuità territoriale” che non si può limitare a considerare la sola provincia di Siracusa bensì l’intera Regione”.
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