Non sono ovviamente mancate le reazioni sulle ultime novità per la costruzione del Ponte sullo Stretto, con il decreto che sarà discusso in consiglio dei ministri. Schieramenti spaccati, con la maggioranza del Governo ad esultare e con ambientalisti e Sinistra a protestare non poco per un’opera che definiscono inutile.

I parlamentari di Fdi: “Un sogno che diventerà realta”

Grazie alla determinazione del Premier Meloni, del ministro Salvini e alla squadra dei Ministri al Governo, è destinato a diventare realtà il sogno di generazioni di siciliani di avere un collegamento stabile tra l’Isola e il Continente. Con un decreto-legge viene posta la prima pietra giuridica di un’infrastruttura destinata a segnare in positivo lo sviluppo futuro della Sicilia, che dall’Unità d’Italia ha pagato lo scotto di un ormai inaccettabile isolamento fisico dal resto della Nazione.

Vengono così superati gli anacronistici pregiudizi di chi si è opposto con ogni mezzo al Ponte sullo Stretto, avanzando le scuse più incredibili per bloccare un’opera di avanguardia ingegneristica e innovativa che susciterà anche l’interesse e la curiosità di milioni di turisti e visitatori di tutto il mondo. Un fatto concreto di eccezionale valenza con un rigido cronoprogramma di un Ponte che verrà realizzato in parallelo al nuovo sistema ferroviario interno all’isola, che proprio in questi giorni ha ricevuto il via libera dal sistema bancario Europeo. Due colpi assestati dal Governo centrale a favore dello sviluppo, che lasciano ben sperare il popolo siciliano che per troppi anni ha dovuto subire le chiacchiere di chi, invece, voleva relegare la Sicilia e il Sud al perenne sottosviluppo”. Lo affermano iparlamentari siciliani di Fratelli d’Italia, i senatori Ella Bucalo, Salvo Pogliese, Raoul Russo, Salvo Sallemi, i deputati Luca Cannata, Francesco Ciancitto, Eliana Longi, Manlio Messina, Carolina Varchi, dopo l’approvazione del decreto-legge sul Ponte sullo Stretto da parte del Consiglio dei Ministri.

Legambiente critica: “Le vere urgenze sono altre”

“La vera urgenza da affrontare in un decreto-legge è la partenza di quei cantieri per la transizione ecologica necessari per permettere ai cittadini e alle merci di muoversi in Calabria e Sicilia come in un paese civile e industrializzato e per contribuire alla lotta alla crisi climatica. Questo oggi non è garantito né agli uni, né agli altri e non sarà certo il Ponte sullo Stretto a permetterlo. Serve una drastica cura del ferro, un potenziamento delle infrastrutture per la mobilità sostenibile, con linee ferroviarie elettrificate e a doppio binario, percorse da treni moderni, frequenti e puntuali, e non una cattedrale nell’evidente ‘deserto della mobilità’ come il Ponte sullo stretto di Messina”. Ccon queste parole Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, in una nota congiunta con Anna Parretta e Giuseppe Alfieri, rispettivamente presidente di Legambiente Calabria e Sicilia, commentano la bozza di decreto-legge sulla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.

Per il presidente nazionale di Legambiente: “Chiediamo al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini di fare un esercizio molto più utile ai cittadini meridionali e a chi si sposta in queste due regioni per lavoro o turismo. Il Ponte sullo Stretto di Messina è, infatti, un’inutile opera faraonica che in tutti questi anni è costata al Paese tra studi, consulenze e stipendi della società stretto di Messina circa un miliardo di euro. Uno sperpero di soldi pubblici che ora rischia di essere ulteriormente aumentato, senza contare che quelle risorse si sarebbero potute investire per la cura del ferro e per il potenziamento delle infrastrutture per la mobilità sostenibile e del trasporto via nave. Su questi tre interventi, l’Italia è in netto ritardo rispetto agli altri Paesi europei e agli obiettivi che ci sta chiedendo l’Europa in termini di lotta alla crisi climatica, decarbonizzazione dei trasporti e accelerazione della transizione ecologica del Paese. Le risposte che sono arrivate dal governo Meloni invece – continua Ciafani – sono state la riattivazione dello Stretto di Messina Spa, prevista nell’ultima legge di bilancio, e un decreto-legge che oggi approderà in Cdm attraverso lo strumento della decretazione d’urgenza e in cui si dice che i lavori inizieranno del Ponte inizieranno entro il 2024. Il Ministro dovrebbe spiegare ai cittadini calabresi e siciliani quali sono questi motivi “straordinari e urgenti” per cui si ricorre alla decretazione d’urgenza e perché l’Italia, dall’altra parte, continua ad essere in ritardo nel realizzare e migliorare quelle infrastrutture di mobilità sostenibile di cui il Paese, e soprattutto il Meridione, ha bisogno”.

Legambiente, come ha sottolineato nell’ultimo report Pendolaria 2023, ricorda che sul fronte trasporti nel Mezzogiorno circolano meno treni, i convogli sono più vecchi – con un’età media di 18,5 anni, in calo rispetto a 19,2 del 2020 ma molto più elevata degli 11,9 anni di quelli del nord – e viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate. Le corse dei treni regionali in Sicilia e in Calabria, ad esempio, sono ogni giorno rispettivamente 506 e 333 contro le 2.173 della Lombardia, quando la popolazione in Lombardia è pari al doppio dei siciliani (rispettivamente 10 e 5 milioni) con un’estensione inferiore a quella dell’isola.

Per l’associazione ambientalista la cura per il sud si traduce con più treni per il Meridione, elettrificazione e collegamenti più veloci e frequenti tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola, portando le Frecce nei collegamenti tra Palermo, Catania e Roma, potenziando il trasporto via nave lungo lo Stretto e rafforzando i collegamenti in treno da Reggio Calabria a Taranto e Bari, ripristinando la possibilità di imbarcarsi sulle navi di qualunque vettore con un unico biglietto.

Wwf: “Opera dai costi insostenibili”

“È fallimentare puntare su un’opera dagli elevatissimi e insostenibili costi ambientali, sociali ed economico-finanziari, come il ponte sullo Stretto di Messina”. Lo scrive il Wwf in un comunicato. “Il governo ritiene che la strada sia spianata – prosegue la
ong -, ma il General Contractor Eurolink (capeggiato da Webuild) che ha progettato il ponte sospeso non ha mai prodotto gli
approfondimenti tecnici ed economico-finanziari sul progetto definitivo del 2010, richiesti dal governo Monti nel 2013, né il progetto ha mai superato la fase conclusiva di valutazione di impatto ambientale”.

De Luca: “Da Governo fumo negli occhi”

“Oggi in Consiglio dei ministri sarà riesumata la società Ponte sullo stretto di Messina che già ha bruciato centinaia di milioni di euro in consulenze e altro. Ricordiamo bene le posizioni in passato della Lega in merito alla realizzazione di questa importante infrastruttura. Oggi hanno cambiato idea? No! La verità è che necessitano di un espediente per distrarre l’attenzione dei meridionali rispetto a alle conseguenze dell’autonomia differenziata». Lo dice il leader di “Sud chiama Nord” Cateno De Luca.

Bonelli: “Opera poltronificio”

“Salvini porta in Consiglio dei Ministri il Ponte sullo Stretto, mentre il Sud si trova nel disastro. È un irresponsabile perché chiunque conosca bene la Sicilia e la Calabria sa in che situazione versano le infrastrutture di quei territori. Ferrovie che non esistono, ponti crollati e non ricostruiti, strade nel dissesto più totale, acquedotti e depuratori che mancano o non funzionano: ecco la situazione del Sud mentre si vorrebbero spendere 10 miliardi di euro per le follie di Salvini. Salvini lo sa quanto ci vuole per arrivare da Messina a Trapani in treno? Glielo dico io: ci vogliono tra le 8 e le 9 ore per fare poco più di 300 km. E sa quanto ci vuole per arrivare da Palermo a Trapani, 100 km? 4 ore! I treni in Sicilia vanno a 40 all’ora e alcuni sono ancora alimentati a gasolio”. Lo dice Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, durante il flash mob di AVS in cui ha denunciato lo sperpero di risorse per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Tardino: “Sinistra parla, Salvini fa”

“Bonelli, esponente di quelle sinistre che hanno sempre detto no a tutto e che continuano a operare a danno degli italiani, dovrebbe solo prendere esempio da Matteo Salvini. Il nostro leader e ministro dei Trasporti ha la credibilità di chi ha sostenuto concretamente il decreto Genova che ha consentito la ricostruzione del Morandi a tempo di record, il Pd ha invece la sfrontatezza di chi ha contribuito e sostenuto la patrimoniale europea sulla casa che stanga gli italiani o di chi ha alimentato l’ennesima eurofollia dello stop alle auto a combustione dal 2035. Il ponte sullo Stretto non è ideologia, ma un altro atto concreto che vuole portare sviluppo e lavoro in Sicilia, un’opera fondamentale per il futuro dell’isola e del Paese, dal respiro europeo e internazionale, per i futuri traffici economici nel Mediterraneo, della quale l’Italia tutta non può fare a meno. Da siciliana mi sento offesa da questo attacco strumentale e, stavolta sì, ideologico di Bonelli e di tutta la sinistra contro il futuro della nostra terra”. Lo dichiara Annalisa Tardino, commissario della Lega Sicilia

Paita: “Lo vogliamo, è opera strategica”

“Noi vogliamo il ponte sullo stretto senza se e senza ma. Lo facciano. È un’opera strategica, c’è uno studio pronto sulle tre opzioni. Il governo scelga quale soluzione vuole”. Così Raffaella Paita, presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato, rispondendo a una domanda nel corso della conferenza stampa di presentazione delle proposte del Terzo Polo sulla riforma del codice degli appalti.

Rampelli: “La sua realizzazione importantissima”

“Il chiasso che in Italia è stato fatto per decenni sulla realizzazione di un ponte di 3 km, quello sullo stretto di Messina, ha ridotto la nostra nazione ad appendice d’Europa. Altrove sono stati costruiti ponti ben più ambiziosi, il più suggestivo dei quali è probabilmente quello di resund, 15,9 chilometri da Copenaghen, in Danimarca, alla svedese Malmö. Strada e ferrovia che hanno liberato 4 milioni di persone dalle catene quotidiane dei traghetti, con 4 km di tunnel sottomarino e un’isola artificiale al centro. Un’opera di alta ingegneria che ci ridicolizza, realizzata in soli 5 anni”. Lo afferma Fabio Rampelli, vice presidente della Camera.

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