La Polizia di Stato di Messina ha dato esecuzione ad una ordinanza applicativa di misure cautelari nei confronti di una donna, ritenuta responsabile dei reati di usura, estorsione e furto aggravati.

L’azione investigativa in questione, rappresenta l’epilogo di recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina su una complessa vicenda che ha visto un’impiegata in difficoltà economiche rimanere costretta dal giogo usuraio gestito dall’indagata. La vittima si è presentata presso gli Uffici della Squadra Mobile della Questura di Messina raccontando che, già nel marzo 2019, aveva dovuto rivolgersi ad una sua amica, Angela Santapaola, che le prestò 1.500 euro. Poi un altro prestito alla vittima di 2400.

A fronte delle somme prestate, l’indagata si è fatta restituire oltre 7.700 euro applicando un tasso di interesse, da ritenersi usurario, stimabile attorno al 90% annuo. La restituzione sarebbe avvenuta tramite vere e proprie azioni estorsive e nel furto del portafogli.

L’indagata avrebbe minacciato la vittima di privarla dell’autovettura e della casa di proprietà. Ma le intimidazioni più gravi, in forma diretta o indiretta, sono avvenute attraverso pericolose e non meglio indicate persone conosciute dall’indagata, sarebbe stata avviata alla prostituzione o ad attività di spaccio di stupefacenti o, ancora, nella più grave delle ipotesi prospettatele, sia lei che il figlio, avrebbero rischiato di essere ammazzati.

La vittima, esasperata, ha deciso di denunciare tutto alla Sezione Reati contro il patrimonio della Squadra Mobile che attivavano immediate indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica che ha richiesto ed ottenuto a carico della donna la misura della custodia cautelare in carcere e il sequestro preventivo di somme presenti su conti correnti riconducibili alla stessa.